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vuoto di memorie non possa ciò darsi per indubitato. Quello che può sicuramente affermarsi è questo, che la Pretura di Brescia tornò molto infausta a Lambertino ed al suo Assessore, e che, o per essere stati ingiustamente sbanditi, o per altra grave ingiuria ricevuta, il popolo di Bologna concedette per ciò ad entrambi il diritto di rappresaglia contra i Bresciani, per ristorar l'uno e l'altro dell'onta e del danno sofferto. Ciò accadde l'anno ia55: e da quel tempo fù Rolandino al patrio Foro e allo Studio restituito, dai quali più oltre non usci; se non forse talora per pochi giorni, e quando ciò avvenne per cagion pubblica. Di grande autorità essendo, compose più volte fr% nostri e fra strani, arbitro eletto, private contese: e dell'opera e del consiglio di lui i Magistrati della patria si giovarono. Inoorsa la sua vecchiezza nelle fazioni crudeli che fecero di noi grave strazio, non che allora minorasse il suo credito , si fece anzi maggiore presso di tutti. — Seguiva egli la parte de' Geremei , contra l'avversaria de'Lambertazzi ; e innanzi che la guerra ardesse, eletti due Dottori primarii per parte, fu egli 1' uno della sua e fu 1' altro Odofredo ; e consultò oogli altri e coi Rettori della Città, che gli elessero, sulla ribellione di quei di Forlì e la contumacia de'Modenesi, cagioni in appresso di guerre. E cacciati quindi i Lambertazzi dalla Città, con sommo lustro vi primeggiò Rolandino.— Nell'anno di tale cacciata (1274) sentenziò con Pace de'Paci Dottore di Leggi a favore de' Frati Godenti , per la loro esenzione dal Foro secolare. Poi fu spedito capo della nobilissima legazione a Nicolò III. Pontenoe per tener ferma nel-P omaggio da prestarsi alla Chiesa la libera forma inveterata del nostro Governo. E quando Nicolò cupidamente desiderava l'accordo co'tuorusciti Lambertazzi (1278), Rolandino ebbe l'incarico importantissimo di veuire a tattato.—Due anni dopo fu arbitro fra quei di Nonantola e di Crevalcore in una causa di diritto tra loro. Dopo di che, vissuto