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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   eguale a quella di Ferrara e di Parma. E quando del 1211 i partiti di Bologna tenevano, l'uno pel Pontefice l'altro per l'Imperatore Ottone, fu il nostro Bualelli uno de' messi che persuasero in Modena il Legato Pontificio Gerardo Gisla a non recarsi a Bologna dove poteva suscitare tumulti. Poi del 1218 e nel seguente 1219, fatto più illustre che mai, passò Pretore a' Genovesi ; nel quale ufficio venne confermato anche nel 1220. Finalmente , ritornato in patria, sappiamo che all'entrare d'Aprile 1229 non era più de' mortali. Sembra certo che negli ultimi anni della vita non s'occupasse più che nelle cose poetiche, levando fama non comune di sè. L' Abate Tiraboschi ha dato un saggio di otto Canzoni del nostro Bualelli, le quali si conservano in un Codice della Biblioteca Estense, con altre Poesie Provenzali. La quarta e la sesta di tali Canzoni veggonsi dirette a Beatrice figlia di Azzo VI. Marchese da Este, e la settima è intitolata a Guglielmo Malaspina, col quale strinse amicizia in quel triennio che stette in Genova Pretore.
   E Ser Paolo Zoppo fu pur Bolognese, e Notaio e Poeta. Visse alla fine del secolo, e compose non poche strofe in rozzo idioma volgare, le quali si leggono manoscritte in un Codice della Vaticana, segnato col N- 3793. L' Allacci, il Crescimbeni ed il Quadrio diedero cenno di lui ; il quale nacque di Riniero da Castel dell'Albero (presso Castel san Pietro) d'onde trasse origine l'illustre famiglia dei Castelli.—In rozzo idioma volgare dettò pur Poesie Matteo Mettivilla, il quale, se fosse nato Toscano o se la provvidenza gli avesse consentito maggior sapere di lingua , avrebbe mostrato col fatto in quanto onore tenesse il divino Alighieri, e come da lui avesse saputo attingere mirabili carmi. E per vero il Mettivilla il quale era vecchio alla fine del terzodecimo secolo , reputava sifattamente il gran cantor dei tre regni, che vedendolo contraddetto e poco stimato da Cecco d'Ascoli, ne prese a spada