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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 377
   fra i quali due Sapienti di Credenza e il nostro Frate Ranieri3 acciooohè conducessero alcuni ne-gozii coi Fiorentini : perchè trattandosi allora la pace col Marchese Azzo d'Este, erasi a tal fine fatto compromesso nel Pontefice Bonifazio.—Essendo poi ritornato da Roma il rispettabile Monaco, presentò le lettere e gli apostolici decreti, nei quali si conteneva che i Bolognesi consegnassero la custodia del Castello di Fiumazzo al detto Frate Ranieri in nome del Papa, e il quale così lo tenesse finché il Pontefice mandasse un altro ohe a nome suo ne fosse guardiano, pur sempre a carico dei Bolognesi. Che Azzo e Francesco da Este parimente consegnassero sotto la custodia di Fra Geraldo da Barbiano dell' Ordine de' Predicatori , a nome del Papa, il Castello di Spilimberto, di cui toccassero le spese agli Estensi suddetti. Fra le lettere * brevi, e bolle appartenenti a Bologna, fatti raccogliere nell'Archivio Vaticano dai sommo nostro benefattore Benedetto XIV. e donati alla nostra Biblioteca dell'Università, si legge un estratto di lettera che Bonifazio VIII. Pontefice indirizzò a Frate Ranieri nel i3oa.—Di qual anno e dove morisse il nostro Monaco noi noi sappiamo; ma certamente nel i3i6 non era più, poiché in questo tempo furono venduti i suoi libri a benefizio del Monastero. — Nè solo si distinse questo Ranieri (che qualche volta ebbe ancora soprannome di Bornio) nella prudenza e nella pratica degli affari, ma coltivò senza dubbio la poesia , siccome il Crescimbeni ed il Bar-> giacchi asseriscono e riportano. E quel bellissimo ingegno-del Redi lo fa rimatore dei rozzi e remoti tempi ; per la qual cosa il Crescimbeni suddetto lo pone fra quelli che fiorirono all' età di Federico II. circa il ia3o. — Esso Redi pubblicò una Frottola del Samaritani, tanto deforme e misteriosa, che alcuni eruditi non dubitarono asserire che questa era un bizzarro accozzamento di parole che nulla significano ; ed altri, e fra questi il Perticari, la tennero in conto di laida e pdzza scrittura, simile Annal. Boi. T. IL 49