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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   rispètto ad Altichino , col titolo di Patruus. — Poche co9c ci restano della persona di Onesto, il quale veniva ad essere cugino del suddetto Priore Altichino. Abitò egli quasi sempre sotto la Earrocchia di santa Maria de Bulgari, e negli ultimi anni ancora sotto quella de'san ti Gervasio e Protasio.— Oltre a un testamento, eh' egli fece in età giovanile , essendo infermo l'anno 1270, abbiamo parecchi contratti stipulati da lui in diversi tempi , l'ultimo de' quali è segnato sotto il 24 Settembre i3oi: nè più oltre si trova memorato in verun documento. — L' averne Dante parlato congiuntamente col Guinicelli, col Ghisilieri, e con Fabruz-zo, mostra a nostro credere, non oscuramente,, eh* ei fu loro coetaneo , e che dovette fiorire anch'esso dopo la metà, e prima della fine del secolo terzo decimo, che fu il tempo appunto in cui visse il nostro Onesto di Bonacossa degli Onesti. Che se fosse stato più antico , come sopra è accennato, non vi potrebbero essere sonetti di lui a Cino, e di Cino a lui : se fosse stato più moderno, giusta l'opinione del Padre Quadrio che il pose nel i33o, Dante, che morì del i3ai, non ne avrebbe fatta menzione, come di uomo già trapassato mentre egli scriveva.
   Ser Bernardo. Circa il 1280 fioriva in Bologna un poeta volgare chiamato Ser Bernardo } la cui famiglia non è ben cognita agli amatori delle cose felsinee, i quali tutti non gli diedero altro cognome tranne quello della Città dov'ebbe i natali.— Fu egli amico di Guido Cavalcanti, al quale indirizzò un Sonetto. Parlarono di lui il Crescimbeni , il Muratori, 1' Orlandi ed il Quadrio. Alcune sue Rime si conservavano a penna presso il chiarissimo bibliografo signor Abate Pierantonio Serassi da Bergamo, e in un Codice di Rime antiche nella Biblioteca del SS. Salvatore di Bologna, il quale era così intitolato : Rime antiche di diversi Autori copiate con diligenza da un libro scritto di mano dell'Abate M. Lorenzo Bartoliai, avuto in Firenze