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Annali della cittą di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   Alidosio dalla Massa con Margarita o Margaritone fratello di lui, e si profersero entrambi , per mezzo del Podestą, ai comandamenti de'Felsinei, offerendosi ad ogni beneplacito del Comune di Bologna, dal quale vennero accolti amichevolmente, e come amici e cittadini di Felsina benignamente ricevuti.
   E furon sospese inoltre in questa circostanza le rappresaglie sulla Romagna per cinque anni a venire. Poscia gl'incaricati della Lega e quei di Bologna si diedero nuovamente il bacio della concordia ; e i. primi ritornarono ad Imola, ed i secondi , gioiosi delle belle ed oneste azioni operate, furono di ritorno a Bologna ; di dove fecero pubblicamente bandire che quanti eran esuli, e nostri e non nostri, tutti potessero liberamente con le cose loro, venire, andare, dimorare, e ritornare per la Cittą e pel Distretto di Bologna, a loro agio e talento.— Venne fatta ancora sottile inquisizione di tutti i carcerati, seguaci gią di Zappettino e degli altri nobili ed aderenti della Lega, e tutti furono rilasciati alla pristina loro libertą. Il che fatto, i nostri maestrati spedirono ambasciatori coi capģtoli ed il trattato della pace a Rimino ; nč si tosto eran dessi fuor della patria, che il Senato ricevette lettere di Zappettino, di Galasso e di Maghinardo, per le quali si pregavano eli Anziani e i Consoli ed il Pretore Ottolino a voler rilasciare i carcerati, che furon gią devoti alla parte della-Lega. A tali lettere rispose subito il Senato che non intendeva per certo conchiuder pace se questa non era piena, e che la domanda della Lega sarebbe tosto soddisfatta.
   Or, ritrovandosi le cose di Bologna • in buono stato, ed il Comune dopo tanti travagli gustando le dolcezze della quiete, si rivolse al bene pubblico , diminuendo le imposizioni che pił non fa-cean di mestieri, e togliendo quante gravezze erano state ordinate per solo motivo di guerra. Il perchč furon levati dalle Castella i Conestabili e le guardie di presidio, consegnando la cura di esse ai