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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   374 ANNALI
   congregarono innanzi ai due Arbitratori, mostrando di nuovo quei di Romagna, non acconsentire nè concordare che la Città d'Imola si credesse in balla dei Bolognesi ; ma bene accontentarsi che ne spettasse la cura a Matteo Visconti e ad Alberto della Scala, i quali eleggessero unanimi il Pretore da porvi a custodia. Co testa offerta non ispiacque a nessuna delle parti, e fu da entrambe accettata: ma per onore de' Felsinei venne stabilito che Otto-lino da Mandello, Pretor nostro, potesse intervenir nella nomina del Reggitore per Imola. Fu pur convenuto che i fuorusciti, ritornanti nella Città d'Imola , stessero prima, per maggior quiete, ai confini nella Città di Bologna o nel Contado di questa : che il Comune Bolognese impetrasse dai Pontefice l'assoluzione d'Imola da ogni interdetto , bando e condanna qualsiasi: che se i Felsinei non accettassero tali condizioni e cure, la Pretoria e la custodia d'Imola passasse ad Ugolino del quondam Conte Ranieri da Panico.
   Il seguente giorno poi fu il Pretore di Bologna, co' suoi Sapienti ed Anziani, a Croce Pellegrina nella corte di Castel san Pietro, dove intervenne anche Maghinardo con quei di Romagna, il quale a nome di tutti i capi della Lega loro, disse: che quelli della Provincia di Romagna, avendo maturatamele considerato, che le cose trattate il giorno innanzi circa la custodia della Città d'Imola apportavano difficoltà, spezialmente per la lontananza del Pretor di Bologna dai due incliti Arbitri, sicché a disagio potrebbe trovarsi con esso loro per eleggere il Pretor d'Imola; così intendevano che tale scelta fosse ristretta soltanto all' autorità dei due suddetti Arbitratori, e non ad altrui. £ perchè
   ?oi volevan mostrare in quanta stima tenessero il retor Bolognese Ottolino da Mandello, e tutti i Maestrati della nostra Città, nominaron lui sull'istante a lor Capitano Generale per sei mesi, oon isti pendio ragguardevole: la qual dignità, o per sè o per un suo Vicario sosterrebbe.—A tali accorte