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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   3a5
   della pace quant' altri mai ; nè voler molestare le confina e le terre Estensi presso di queste, quante volte i sudditi e gli uomini del Marchese non ino* lestassero le nostre. E fìnivan la lettera coli'assicurare la spedizione de' cinquecento fiorini d'oro per lo stipendio de' soldati, come or ora abbiam detto (8 Gennaio).
   E perchè le cose che promettevano a'Fiorentini nelle loro risposte non si stessero alle sole parole ma volgessero al fatto, scrissero subito i bolognesi ai loro ufficiali, ed a quelli specialmente che reggevano le terre di contine , perchè vegliassero solleciti e prudenti alla conservazione della pace e del rispetto reciproco.
   Ad onta però di tali lettere esortati ve,, quelli di Castel Franco non cessarono di travagliare alcune terre del Modenese, atterrando alberi, rovinando edilizi, e facendo ogni guisa di mali. Della quale impudenza il Marchese si dolse non poco, ed a ragione, col Senato nostro; il quale con nuovo editto e col bando della perdita de'beni e della vita, pose freno alla baldanza. E ciò fatto, scrisse a Guglielmo Vicepretore di Azzo, significandogli quanto questo misfatto gli spiaceva, e come fosse desideroso di conservare ed accrescere la pace anziché struggerla e scemarla. La quale lettera era del tenore seguente : „ Alli Nobili Guglielmo da Cam-posampiero Vicepretore dell'Illustre e Magnifico, per la grazia di Dio , Azzone Estense, signor generale della Marca Anconitana , di Modena , di Reggio e di Ferrara ; ed al Consiglio e Comune della Città di Modena. Ottolino Pretore ; Giacomo Capitano, cogli Anziani e Consoli della Città di Bologna desiderano salute con ogni beata felicità.. Abbiamo ricevuto le lettere» che Vostra Magnificenza ci ha spedite, dove si querela de'nostri distrettuali, che abbiano danneggiato i sudditi suoi, con varie guise di mali. E noi rispondiamo che la intenzion nostra e del Comune e del Popolo di Bologna è, che si osservi la pace fatta, nè direttamente
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