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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   ai primi. Poi questi disfidò a battaglia, bramoso di cessare ogni lite per cui face vasi lunga e inconcludente guerra. Tennero i nostri l'invito; e ritrovandosi in pronto, diedero il segno a suon di campana ai soldati ed alle tribù della Città, perchè passassero alla piazza maggiore ; dove allestito il Carroccio ed ordinato 1' esercito, mossero incontanente alla volta di Modena. Ma l'inimico, il quale si vide alla sprovvista minacciato e quasi stretto d'assedio, mai non uscì della Città, e vi si tenne , temporeggiando. Il che vedendo i Bolognesi, posero sossopra tutto il Contado di Modena, facendovi col ferro e col fuoco danni infiniti; e pingui di preda sen tornarono indietro, lasciando guardie ad ogni passo.
   In questo frattempo era tornato a Bologna quel Frate Ranieri Samaritani, che (com'è detto più sopra) era ito ambasciatore in nome della Città nostra al Pontefice ; e raccolto il Consiglio , presentò dispacci apostolici, e lettili alla presenza del Pretore, del Capitano, degli Anziani e Consoli, de'Sapienti di Credenza e di quindici altri Sapienti per ciascuna Tribù ; spiegò il vivissimo desiderio della pace , eh' essi dispacci contenevano, e come il Pontefice, sopra il fatto di tanta pace, nou volendo nè ostaggi, nè deposito di danaro, solamente lodava che si venisse ad onorata e sicura conchiu-sione, cioè „ che i Bolognesi consegnassero (come dalle sue lettere appariva) la custodia del Castello di Piumazzo ad esso Frate Ranieri, a nome del Papail qual Frate lo tenesse fino a tanto che il Pontefice mandasse un altro, che a nome suo no fosse Guardiano per sempre, alle spese de' Bolognesi : e che Azzo e Francesco Estensi consegnassero dal canto loro, ed a proprie spese, il Castello di Spilimberto sotto la custodia di Fra Gerardo da Barbiano, dell' Ordine de' Predicatori. „ Le quali cose tutte piacquero al Senato di Bologna, che le approvò. Onde il seguente giorno, congregato il Consiglio , decretarono di comune parere che il