BOLOGNESI
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in che viveva il Comune, e della poca fortezza per tener petto ad un assalto nemico. Furon fatte di poi le dieci cinquantine o compagnie de'soldati della Città di Bologna, ed eletti i capitani loro ed i signiferi o gonfalonieri maggiori, ed altri quatv tro minori gonfalonieri. Otto per ogni quartiere o tribù furono i capitani, e quattro i maggiori vessilliferi , nominati dagli Anziani e dai Consoli.
Intendendo pertanto i Bolognesi (18 Marzo) che il Marchese Estense radunava grosso numero di sol* dati , e conoscendolo pronto a scorrere sul nòstro > mandarono ambasciatore, per aiuto d'uomini, alle Città collegate di Lombardia, Saverio da Canetolo; e si posero ad un tempo sulle difese , per rintuzzare ogni attacco. Ed ecco Francesco di Oddone da san Cesareo, suddito del Marchese Azzo > consegnar la torre di BazzanO in potestà de'nostri. Il perchè fu dàl Senato ascritto alla bolognese citta-* dinanza ed annoverato della Compagnia del popolo , dandogli a fruire le possessioni di Ubaldino de' Pozzani, ribelle al Comune nostro e fatto amico del Marchese avversario, il quale diedegli beni ed onori. Così per vendetta reciproca* i nostri e gli Estensi mancavano ad Ogni norma di equità ; ed anziché abbonire dalla viltà della frode, vi ricorrevano bassamente ; e davan adito per tal guisa ai ribelli di moltiplicare lor numero e loro nequizia; perchè gli uomini, che tendono il più delle volte all' interesse, veggendo guiderdonate anziché punite le loro male azioni, ne aumentavano più di leggieri l'enormezza, e veriivhn tratti a delitto invece d'esserne rimossi. Onde si vede che non sempre il male è de' soggetti, «e che le triste opere, non soffocate in sul nascere, ma alimentate , invece di cessare acquistai! forza e rigoglio.
Ora il Marchese, discorrendo in sua mente sopra* i fatti della guerra , e conoscendo che a gran fatica avrebbe potuto battere Bolognesi e Parmigiani uniti (la qual unione vedeva certa e formidabile) studiò ogni pace cogli ultimi per meglio imporre