BOLOGNESI «rti
o dello scorrere del nemico. E sopra le cose anzidette stettero direttori Enzio Lobia, Giacomo Boat-tieri, Angelello da Manzolino, con Federico Palmi roli , oltre i due Notai Francesco di Leonardo f e Francesco d' Ivano Bentivoglio.
Ed essendo frattanto nate alcune novità nel Castello di Tirlo, uno de'tanti ond'era ricco il Contado Fiorentino, i Bolognesi mandarono ambasciatori a Fiorenza Gerardo di Rolandino Galluzzi e Giovanni de'Simopiccioli, a dolersi di tale novità coi Maestrati dì Fiorenza e ad iscusarne il Senato ed il popolo nostro.
All'entrar del Marzo entraron fra noi in ufficio novelli Anziani i quali con ogni prestezza fecero seguitare la fabbrica del Castello de'Cavalli;'e deposto il loro incarico, proseguiron l'impreso lavoro , Pietro da Sala , Cortuccio de' Pascipoveri, Piero de' Gozzadini , Bartolommeo da Bagno, Alberto da Budrio, e Giacobuccio di Jacopo Arardi. Questi fecero alla detta fabbrica condurre gran quantità di legnami, di pietre, di cemento, facendo scavare ad un'ora gran parte di fòsso a cinta di quella fortezza. Sul proseguire poi del medesimo mese (6 Marzo) il Pretore, il Capitano, gli Otto, e i quattro Anziani eletti sopra la guerra, spedirono ambasciatori al Pontefice per averlo propizio a trattare alcuni negozi coi Fiorentini: e fra questi ambasciatori erano ragguardevoli Ranieri Samaritani, Buonvillano de'Tederisi giudice, e Giuliano di Cambio dottor di Legge ; il quale infermando di grave malore, venne da un Sapiente di credenza surrogato. Oltre di ciò fìirono scelti, Pietro de'Visi e ìlancilotto Gozzadini come ambasciatoli straordinari presso i Fiorentini per cagione dei mal umore che pur proseguiva intorno al fatto del Castello di Tirlo. Tutte queste ambascierie e precauzioni; questo fortificarsi del continuo, e molto temere, e poco o nulla azzardare, mostrano aperto quanto debole fosse allora il Comune Felsineo, e come dall'istante che l'agitarono fortemente le ire Annal. Boi. T. II. 40