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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   «rti
   cinquanta lire 1' anno. Terzo, che ad ogni via si levasse l'introduzione cosi detta de'Fisici, cioè dL aver Rettore, od Università o Collegio ; sopra di che il Capitano rispose che farebbe la volontà ed il consiglio d'Ugolino. Quarto, che niuno scolaro venisse condotto prigione alle carceri di Bologna, quante volte volesse o potesse dar sigurtà di stare a ragione : essendo cosa vergognosa il veder menare prigioni gli scolari, quasi fossero ladroni ; eccetto ne'casi atroci; o dove si trattasse di pena capitale o di troncamento di membra. —E queste dimando tutte fatte in nome dell'Archiginnasio, vennero dal Capitano del popolo, insiem cogli Anziani e Consoli accettate ed approvate.
   Morì in quest'anno (14 Settembre) il Vescovo di Bologna, Ottaviano II. degli Ubaldini da Mugello» il qùftle siedeva in dignità nella nostra Chiesa da ben trentacinque anni ; che per meriti non comuni era stato eletto in giovanissima età, e che fu sem~ pre eguale a. sè medesimo fino all'estremo giorno del vivere. —- A lui venne dato successore, da Bonifazio VIII. Pontefice, un fratello, nomato Schiatta , o Sciatta o Sciatta, il quale poco dopo la morta d'Ottaviano fu eletto ad occupare il seggio fraterno. Non però vi venne tosto, perchè non trovavasi egli Canonico a Bologna, come per l'ordinario accadeva di coloro, che si sceglievano al Vescovato di questa Città. Egli fu bensì Canonico, ma d'Aqui-leia e di Liegi; mentre lo Schiatta Ubaldino* ch'ebbe tal posto alla Cattedrale di Bologna, era un nipote di lui ; uno de' padroni del Castello di Capreno o Cavreno, il quale abbiam già veduto neu anno scorso (1&94) esser passato, per compra, in proprietà del Comune di Bologna. — Da quanto narrano tutti gli storici delia Chiesa di Bologna, sembra che il Vescovo Sciatta non venisse alla sua sede che nell'anno appresso all'elezione; pieno già d'anni e di meriti, dopo che in Roj&a, dal supremo Gerarca, fu consacrato Pastore della Città e Diocesi nostra, questo venerando canuto, disceso di famiglia