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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   •ANNALI
   solennità registrare (8 Luglio). „ A questa lettera il Vescovo Ottaviano così rispose: „ Ai nobili e sapienti nomini, il Podestà, il Capitano, gli Anziani, i Consoli del Comune e del popolo di Bologna, non che ai dodici Sapienti posti a ricuperare Ca-Vreno, e a tutto il Comune ed al popolo Bolognese ; Ottaviano per divina misericordia Vescovo de' Bolognesi, dice salute e sincera carità nel Signore. Scrissero a noi i religiosi uomini, Frate Matteo Guardiano de'Minori ti di Bologna, e Frate Pe-trizzuolo dall' Avesa , uno dello stesso Ordine e Convento , d' aver ricevuto in deposito da voi ed in nome vostro ventidue mila e cinquecento lire bolognesi pel negozio di Cavreno , intendendo di esso deposito fare secondo Dio e secondo ciò che nella forma del trattato avuto fra noi e fra quelli di casa nostra con voi, pel predetto Frate Petriz-auolo, a modo di scrittura data con esso deposito, pienamente contiensi. Noi pertanto con quelli di nostra famiglia, un tal deposito totalmente accettiamo, e il reputiamo fatto secondo la nostra piena intenzione, e siamo pronti di esibire e cedere il Castello di Cavreno , a quegli uomini che spedirete con Frate Petrizzuolo, e con Ugolino da Monteci-nico, latore delle presenti. Se qualche cosa poi, intorno a ciò che nel trattato contiensi, rimanesse a fare, vi preghiamo con ogni affetto possibile che all'arrivo de'predetti lo mettiate in atto. Ed abbiate fede alle loro parole su questo' affare, siccome fossero nostre. (Di Mugello, io Luglio). „
   Ora , dato fine a questo negozio, il Senato ne pigliò possesso (ia Luglio). E tra non molto mandò ad Ancona ambasciatori a motivo delle rappresaglie, che si dovevano da entrambe le Città levare: e furono questi ambasciatori, Chisio di Gabriozzo, Giudice i Armanno di Armanno dalla Bocca, Sindaco ; e Bombologno de' Corbellari, Notaio.
   E ritrovandosi Alberto, figliuolo del Conte Alessandro da Mangone, molto travagliato daTioTentini, ricorse al Senato di Bologna acciocché s'interponesse