BOLOGNESI
Avere alcuna discordia coi Flaminii, cui non facevano ostilità, e dai quali non ne temevano nè sospettavano. Il perchè Gentile coi detti ambasciatori passarono a Faenza, dove Guido da Polenta e Malatesta Riminese e Rodolfo Gallese da Cesena, ed il Pretore di Forlì convennero tutti. Ma poiché con animo risoluto protestarono di non voler restituire le Città alla pristina condizione, i Fiorentini ambasciatori ritornarono malcontenti alla patria.
E se quei di Fiorenza ebbero mostrato fedeltà d'alleanza al popolo nostro , quésto li ricambiò d'aiuto com* essi n' ebbero d' uopo : chè guerreggiando coi Pisani, mandò loro quattrocento armigeri a cavallo , quattro Capitani cavalieri armati , un maniscalco, un notaio , e un trombettiere : e tutti questi dagli Anziani e Consoli vennero eletti nella guisa che segue: Che un capitano, che fosse soldato pratico in guerra, si scegli esse per ogni tribù; che i detti quattro capitani avessero fra'soldati dieci consiglieri, deputati dagli Anziani e Consoli , e coi quali l'esercito si governasse ; che le quattro tribù dovessero dare cinque cavalli a ciascun Consigliere, i quali, ad arbitrio loro venissero aggiunti ai quattro cavalli che ricevevano dalla Città; che tutti i capitani e cavalieri, e il notaio, e il maniscalco , e il trombettiere fossero di elezione degli Anziani e Consoli ; che ciascun capitano avesse al giorno tre lire di bolognini per ciascuno dei cento cavalli da mantenere ; e pel proprio quaranta soldi, ed il notaio e il maniscalco venti , e il trombettiere dieci lire per mese. Fra i quattro capitani sopraddetti si noverò Bittinio di Dionisio, il quale nell'accettar tanto carico, disse che per amor della patria era pronto a sostenere per quanto era in lui ogni peso che gli addossasse il Senato ed il popolo di Bologna. E il medesimo Senato deputò altri militi che con Alberto del Conte Alessandro di Mangone andasser pur essi all'esercito de'Fiorentini.