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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2.%%
   ANNALI
   tutti, che, per diritto, in esse parti a noi ed alla Chiesa Romana si spettano : affinchè tu con piena giurisdizione e podestà temporale, le difenda, conservando, ordinando, stabilendo, comandando, punendo , ed esigendo tutte e singole le cose volute ed imposte. Così l'ufficio di tale Rettoria e le altre cose commesse alla diligenza tua, com'uomo retto e valoroso, sollecitamente e costantemente manterrai : e così ti verrà accresciuta la grazia di Dio, e n'avrai commendazione da noi, e la bene* dizione della Santa Chiesa Romana. „
   Ildebrandino adunque, insieme con Pietro Saracino suo coadiutore, prese a far sì che Stefano Colonna e gli altri prigioni venissero liberati, e che coloro onde tanto male provenne ; puniti fossero. E passò a Castrocaro, quindi a Forlì ; e di qui scrisse alla repubblica di Ravenna e ai due facinorosi Polentani che liberassero dalle caroeri il lor prigione Stefano co' suoi compagni , e ne sborsassero pei danni cagionati tre mila fiorini d'oro. Ma la Città di Ravenna e quei da Polenta chiusero l'orecchio; onde Ildebrandino pubblicò Congregazione a Forlì, alla quale convennero gli oratori di Rimini, di Cesena, di Forlì, di Faenza, di Bologna , e i Fiorentini ambasciatori : ed ivi trattandosi di pacificare tutte le controversie della Provincia Ravignana, si decretò che la repubblica di essa provincia e i due Polentani da tutte ingiurie fossero assoluti, purché dimettessero dalle carceri il Colonna ed i suoi, pagando ad essi tre mila fiorini d'oro in compenso de'recati danni. Ecco perciò liberati i prigioni e condotti a Faenza ; ed ecco Ostasio e Lamberto pagar la suddetta somma nella Città d'Imola, alla presenza di Alberto Conte di Mangone, di Tedisio Canali, e d'un Bittinio e d'un Dionisio, cavalieri Bolognesi.
   Pertanto nella Città nostra fu turbamento, perchè Alberto figliuolo di Lanftone Conte del Castello di Gesso , avendo ucciso Tommasino suo parente , e da ciò temendo i Bolognesi qualche sedizione ,