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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   AIO
   2.%% ANNALI
   sponda, ohe verso loro guardava. — Questi patti furono confirmati da Lazzaro Gatti, Sindaco di quelli da Bagnacavallo e da Giacobbe Baragazza Bolognese, lor Pretore.
   Mentre che si trattavano queste cose, Stefano Colonna, Conte e Rettor di Romagna, il quale si trovava in Ravenna, addimandò ad Ostasio ed a Lamberto fratelli Polentani, la fortezza della Città di Ravenna, la quale gli fu negata. £ perchè i suddetti fratelli temevano di qualche violenza, segretamente adunarono buon numero di cavalli e di pedoni , e nella mezza notte facendo romore alla sprovvista, strìnsero prigione il Colonna Rettore della Provincia, il figliuolo di lui Giovanni, il genero Marescalco, Pietro Palombare, Guidone Pileo , Pietro Frangipane, Pietro Segni Giudice, Angelo Segni Medico , e tutta la famiglia sua ; e cavalli e soldati, ponendo a sacco ogni loro facoltà.
   Nè qui però ebber fine i tumulti della Roma» gna, perciocché in Imola Alidosio Alidosi colla sua fazione volse 1* armi oontra i Nordelli, e ne fece grandissima strage : e tutti gli avrebbero spenti, se i Bolognesi non davan loro pronto soccorso^ Perciò Alidosio fuggì, e furono operati non pochi guasti nella Città turbolenta.—- Tumultuò pur anche la Città di Faenza, perchè i Manfredi ne cao» ci aro no gli Accarisi, i Zambrasi ne espulsero i Rogati. Ma per poco: sendochè gli Accarisi dopo tre giorni, con 1' aiuto di Maghinardo da Sosenana e d'altri loro amici, ne cacciarono i Manfredi, restando Pretori della Città, Maghinardo suddetto, con Lamberto Polentano figliuolo di Guido. — Nè passò molto che essi due Prefetti, e il detto Guida coi Ravennati, e Malatesta cogli Ariminesi, ed i Cervieri, e quei di Forlimpopoli e quei di Berti-noro, in comunione di cavalli e di fanti occuparono Forlì. —11 perchè il Pontefice che vide tanti mali sorgere nella Romagna, desideroso di porvi pronto rimedio, trovandosi in Orvieto creò Rettore e Conte della Flaminia Ildebrandino Vescovo d'Arezzo^