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ANNALI
nostri per guerreggiare oontra 'quelli d'Arezzo, ma che nuovo soccorso si desse loro. E tutto che chiesero ehbero. Gli ambasciatori Bolognesi che in que-st' occorrenza furono all' esercito de' Fiorentini , erano : Castellano Malavolti, Giovanni Baciacoma* ri, Gerardo di Rolandino Galluzzi, Bittino Piatesi e Guido Lamberto Notaio. Fu allora battaglia tra que' di Firenze e quei d' Arezzo ; la famosa batta* glia di Campaldino presso Poppi, dove gli Aretini ebbero la peggio', e dopo la quale sarebbero caduti essi e la Città loro in dura servitù, se gli avver-. sari anziché trar profìtto dalla buona ventura e muovere al conquisto d'Arezzo, non si fossero trattenuti in lievi ed inutili prese di piccole terre e di povere castella de' dintorni. Ma gli Annibali hanno i loro sonni e le loro delizie dopo le vitto rie, ed al trionfo di Canne sussegue quasi sempre l'ozio Campano di Capua. Però, ben mille e settecento furono i morti d'Arezzo, e circa due mila i prigioni. Grandissimo numero ove si consideri ai piccoli eserciti di que' tempi. I Fiorentini pure ebbero morti assai de'nobili, e parecchi Bolognesi assoldati , fra' quali Lippo d' Amadore Gozzadini , Angelino di Francesco Guastavillani, Corretto Sor-gli, Delfino Buttrigari e Giovanni d'Orso Bianchetti. Fu in questa battaglia che menò il brando anche l'insigne Dante Alighieri, com'egli stesso narrava. E quantunque non fosse che sull' anno dell' età sua vigesimo quinto, pure diè prova di forte braccio , di fortissimo animo, e di non poca perizia, combattendo nelle prime schiere, e salendo m fama di cittadino animoso della bella e nobile Fiorenza.
Ma ritornando a noi, è a sapersi che il Marchese da Este edificando in Argile, sporgeva sì innanzi le fondamenta delle sue fabbriche, da rompere gli usati termini di confine : ciocché non gli fu conceduto dal Comune di Bologna ; anzi questo mandò ambasciatori, e fece piantare il lieve e mobile riparo d'una siepe dinanzi ai lavori del Marchese ; ciocché dimostra quali instabili confini segnassero