BOLOGNESI
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trattare della pace col Conte di Romagna e colli confederati, oprando in modo con esso loro che niun bandito o ribelle del Comune di Bologna per la parte de' Lambertazzi potesse stare nè abitare nella Provincia di Romagna nè di Medicina : che gli ambasciatori che dovevano andare a Parma per l'abboccamento ordinato in quella Città, avessero a trattare cogli ambasciatori delle altre Città, che quivi fossero presenti, e ragionare ad utilità delle terre, delle Città e degli amici della Provincia di Lombardia, di Toscana, di Romagna, della Marca Anconitana e del Marchese da Este.* le quali cose si tentassero a nome delle suddette Città tutte, e di quelle specialmente che quivi avevano amba* sciatori : ed anche si trattasse della difesa del Re Carlo di Napoli, a cagione delle cose avvenute in Sicilia ed in Puglia. — Gli ambasciatori furono: Graziolo Boatieri , Pietro Visi e Scannabecco dei Romanzi. — Ed ordinarono ancora che in Bologna si conducessero quattrocento soldati, e che innanzi la festa di san Michele di Settembre fossero all'ordine: che si dovesse fortificar Castel Franco, e che sopra tutto la torre orientale e le fòsse venissero profondamente scavate, e vi si facessero sicuri ripari d'ognintorno, e di tutto il necessario si provvedesse il Castello: che finalmente si facesse il simile alla torre di Serra valle, acciocché potesse resistere ad ogni attacco de' Lambertazzi.
Nè molti giorni trascorsero che gli ambasciatori di .Parma vennero a Bologna, e come amici e confederati fecer dimanda al Senato di dugento fanti, per la custodia di Reggio, delle sue Castella e del suo Vescovato : e gli ebbero. Andaron pure i Bolognesi con cfento cavalli , stipendiati in servizio della Chiesa Romana , all' esercito fatto dal Conte di Romagna. — In questo medesimo tempo, per decreto del Senato furono fuse due campane pel Palazzo del Pretore : 1' una di grandezza straordinaria, l'altra di mole più comune; per significare con quella l'adunarsi del Consiglio e de'Maestrati,
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