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ANNALI
alla Città popolana di Forlì perchè bandisse il Contè Guido o Guidone da Montefeltro e tutti i Forestieri turbolenti, cui dava ricovero. Ma indarno ; perchè nè il Conte, nè quelli de'Lambertazzi che si stavano colà vollero ubbidirlo. Da ciò mosso a sdegno il Rettore, scorso coli'esercito sotto le mura di Forlì, a vista degl' inimici ; e passato di nuovo a Traversara, diede principio alla guerra , e qui prese il Forte costruito da Guglielmo de' Traversai! , signore del luogo. Indi trascorse alla villa di san Martino sopra Forlì, e colà presso attacoò gli avversarii, colla peggio de'suoi, che vide spenti a gran numero sul campo ; e fra essi i più distinti.
Ma non per questo cessò di scorrere i dintorni di Forlì, ponendo quella contrada a ferro ed a fuoco. Poi, coli' intero esercito , composto di Bolognesi , Imolesi, Faentini, ed altri amici dell'Emilia, oltre a soldati Francesi e Romani , ritornò a Ravenna (20 Agosto).
Fra tanto il suddetto Guido da Montefeltro, la repubblica di Forlì , i fuorusciti di Ravenna, di Bologna , d'Imola, di Faenza e di Bagnacavallo , i quali tutti in Forlì riparavano , mandarono ambasciatori al Pontefice per ottenere perdono. E Papa Martino rigettandoli, impose che tutti i banditi e tutti gli strani sgombrassero tosto di Forlì. — Decreto acerbo, doloroso ; ripulsa che umiliò gli ambasciatori ; onde subito , tristi e confusi, ritornarono alla patria.
Appia intanto, avendo radunata gente in Faenza, e raccolto grosso esercito, di nuovo passò sopra Forlì, ed entrò nel Bórgo di Schiavonia , di dove intendendo quanto operava l'inimico, e ponendo fede a vane lusinghe d'alcuni mal fermi Faentini, stavasi in isperanza d'aver la Città. Ma il Monte-feltro, mastro d'artifizi, spalancata a notte la porta onde movevasi dalla parte dell'inimico, si ascoso col grosso dell' esercito in vicini boschi, e lasciò parecchi uomini appostati nelle case della Città» Sorta r aurora, alcuni dell' esercito del Conte ,