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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 187
   minacciate dal supremo Gerarca; brandiron le armi, e pieni l'animo di veleno, volarono un dì impetuosamente sulla piazza maggiore, mettendo a morte quanti scontravan della contraria fazione. Molti de'Geremei, per porre un freno alla costoro baldanza, impugnaron tosto 1' acciaio , e fecero fronte ai ribelli ; ma non potendo resistere al maggior numero di costoro, furono costretti a ritirarsi colla peggio in casa dei Caccianemici grandi: e quivi fatta massa, dopo brev' ora usciron di nuovo à combattere. In tale conflitto fu grande per ambe parti la strage ; e si distinsero fra Guelfi, Alberto Caccianemici grandi o dall' Orso, alcuni de' Larri-bertini, degli Ariosti, de'Prendi par ti, e sopratttitti Antonio e Dionisio Bianchetti, che vi fecero mara-vigliose prove, infin che morti caddero. Ed era tanto disperata la furia de* Lambertazzi, e tanta strage menarono in quel dì, che respinsero i nemici mal ridotti , ed avrebbero riportato , in premio dì lor soelleraggine> il dominio della Città; se un grosso rinforzo di popolo, stanco di que'ribelli e desioso della pace, non fosse corso in moltitudine à fiaccar le corna all' orgoglio de* tumultuosi, insieme con Giovanni da Somipa , Capitano, che trasse a battaglia sulla piazza due mila de'suoi.—-Per questa guisa vennero cacciati di nuovo dalla patria gl'infesti Ghibellini, che rifuggirono alla montagna pieni di rabbia, e che poi ripararon per la più parte in Faenza, di dove non si pensò richiamarli. E le loro case, tanto in Città cne fuori, vennero arse e spianate., i loro beni confiscati, i loro nomi ab-bominati.—Quel che fu quivi, era in altre Città della Penisola, dove per odio sconsigliato di parti fervevano guerre civili: quelle guerre funeste onde poi il sublime Alighieri nel tristo esiglio sclamava:
   ù Ahi serva Italia, di dolore ostello,
   „ Nave senza nocchiero in gran tempestai a Non donna di province ma bordello.