BOLOGNESI
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perchč si osservino e pienamente s'adempiano tutte e singole cetali cose, Guizólo e Paolo del fu Pro* venaino dal Castello di Dozza, (asserendo il detto Paolo di non eBSer maggiore de' quattordici anni, ma pur d'osservate e mantenere con giuramento le dette ingiunzioni, nč mai violarle sotto pretesto di minoritā nč per altra scusa) guarentirono in dugento marche d'argento presso il medesimo Conte e Rettore ricevente, nel modo come sopra, obbligando in ogni caso ed evento tutti e singoli i loro beni mobili ed immobili, presenti e futuri , allo stesso Conte e Rettore accettante e stipulante in vece e nome del Pontefice e della Santa Chiesa Romana ; e rinunziando ad ogni benefėzio di diritto e di fatto (in forza dell'Epistola di sant'Adriano sulle Fideius* sioni); e ad ogni soccorso delie leggi, se alle promesse cose mancassero.
E perchč il narrato finora si dovesse appieno mantenere, Andrea di Bartolommeo, Notaio da Bertinoro , Procuratore di tutti gli uomini di Bertinoro per la parte de'Mainardi, promise in ogni caso ed evento a'prieghi del sopraddetto Bertolo Bellondini Procuratore e Sindaco del Comune di Bologna, per mille marche d'argento puro; ed Ugolino di Frate Alberto dell' Ordine Gaudente della Milizia della Beata Gloriosa Vergine, facendo il medesimo, promise per dugento marche d'argeuto puro. Superbo di Simone, Procuratore della Cittā di Forlimpopoli promise per cento marche d'argento; Fraudolente famigliare di Taddeo Conte di Montefeltro e d'Urbino , e Procuratore del detto Conte, promise per mille e cinquecento marche; Morando di Manfredo Fóscoli da Cesena, Procuratore di Malatesta da Ve-rucchio cittadino Ariminese, promise per mille cinquecento marche. Il medesimo Morando, come Procuratore di Bernardino Conte di Cunio, promise per mille marche; e come Procuratore di tutti gli uomini della parte degli Enghi della Cittā di Cesena, a'preghi del suddetto Sindaco di Bologna, promise per quattromila marche. Finalmente Marcatello