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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   na
   ANNALI
   mentre ancora le altre un tanto bene proveranno ; noi comandiamo, ordiniamo e vogliamo che trecento pedoni, o cavalieri armati, ed anche più se il crederemo spediente, vengano stipendiati in comune e dai suddetti Bolognesi e dagli altri della Romagna, secondo che un tal peso di contribuzione verrà decretato da Noi, o da chi per Noi si deputerà. E faremo scelta di tal Rettore della Provincia , o futuro Podestà de' Bolognesi, che torni utile alla quiete della Città, all'utilità delle parti predette , ed ai loro seguaci. Ordiniamo inoltre e vogliamo che la riforma de'Consiglieri e degli altri Uffiziali della Città si faccia di comune consentimento delle parti medesime, se tale consentimento potrà ottenersi entro il termine stabilito da Noi o da'nostri Deputati: altrimenti riserbiamo a Noi stessi od a'nostri Rappresentanti, e la riforma prefata e il modo della medesima.—Dicesi pure ohe esista in essa Città di Bologna una Società no? mata della Croce, circa le condizioni e gli Statuti della quale, nonché delle sue gesta ci proponiamo pensare più ponderatamente a quiete della stessa Città e de'cittadini, affinchè (piacendo a Dio) susseguano in essa i benefizi della prosperità. E perciò ogni provvidenza per la Società medesima e pe' suoi uffici a Noi specialmente riserviamo ; volendo , e comandando espressamente a Rolandino Passeggeri e a ciascun altro della Capitania, della Reggenza e d' altro qualunque ufficio d' amministrazione di detta Capitania , che nulla facciano pertanto, sotto nessun pretesto, finché Noi non avremo proveduta ed ordinata alcuna cosa in proposito. Gli statuti poi, fatti dalla stessa Società o per esso lei dal Comune, e gli effetti loro sospendendo al presente, ci riserviamo farne correzione o abrogazione, se il terremo conveniente. In quanto poi all'ordinazione di essa Società, o di quelle che giovi serbare, ed in che persone, in che termini, in ohe forme, pel bene e per la quiete della Città sunuomata, ci atterremo a que' consigli che
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