BOLOGNESI
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Cesena; giunsero per occulta via sopra i Geremei, e vennero con gran vantaggio alìe mani: ed ecco Manfredo e Guido da Polenta, con Francesco, Vitale ed Ubaldo Sasso, cittadini di Ravenna, porre in fuga i Geremei; i quali, avendo tagliato il Ponte di san Procolo, affogarono in buon numero valicando il Senio. Degli altri furono uccisi almeno duemila, fra'quali Niccolò Bacilieri, Riguccio Gal-luzzi, Tommasino Ariosti, Ugolino Zamboni, Nic-cola Tencarari, Sovrano dalla Stoppa, Lambertino Paci, Ugonetto Garisendi, Guglielmo Malavolta, Alberto Sala , e Bai tolonimeo Basacomari.
Seguitando i Lambertazzi la loro vittoria, furono nel Distretto di Bologna, mettendo a ferro ed a fuoco , per rintuzzar le vendette colle vendette, le vigne, gli alberi, le biade e le case; e prendendo Cas* tiglione o Castel Leone, Bisano, Loiano, Sesto ed altri Castelli di non lieve importanza. — E se i Ghibellini, dopo aver tolto perfino il Carroccio ai Guelfi di Bologna, a questa Città si volgevano, essendo gli animi di tutti grandemente impauriti, di leggieri 1' avrebbero presa. Ma essi invece, carichi di molta preda, ritornarono vincitori a Faenza.
Intanto, Prevalle dalla Stoppa, concittadino nostro, ch'era allora capitano della Ròcca di Cervia, intendendo la rotta de' suoi, mancò di fede, e per denaro consegnò la Fortezza a quei di Forlì. Laonde i Bolognesi^ vedendo le loro cose e dentro e fuori molto travagliate, ricorsero a Carlo Re di Napoli per aiuto, a mezzo degli ambasciatori Galvano Passaggeri e Roberto Prendi parti, intantochè diversi cittadini favorivano la patria ed il Senato con soccorso di denaro ; fra' quali il famoso notaio Rolandino Passaggeri, reputatissimo nella fazione Geremea.
Ed in quest' anno i Frati della Milizia della Ver-gino Gloriosa, ossiano Gaudenti, essendo stati citati dal Comune a dover soggiacere alle tasse e taglie come i semplici cittadini, e specialmente pei la fabbrica della Chiusa di Savena, ricorsero al tribunale del Pontefice, il quale commise la causa