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ANNALI
del giusto ai Manfredi che il consigliavano. Accorse il Conte a combatterlo, e seco i Forlivesi assertori della sua causa, cosicché il nostro Comune riputò opportuno il conoscere della querela. S'inviarono a Tacconi pori a Baruffai di no S torli t ti, Pietro Asinelli, Guido Tuccimani, Conte de'Prendiparti, Pellegrino di Caravita e Guidotto de'Lamandini (14Febbraio). Il Castello giacque atterrato, e fu provveduto ad un compenso de'danneggiati.—E ad altri scandali somministrarono i Forlivesi argomento, mentre aspirando ad estendere il lor Distretto tentarono d'invader Ciola, Castello de'Cesena ti (...Ottobre). Non però all'ardire dell'attentato risposero, o la fortuna
0 le forze. Un possente esercito degli avversari, aumentato da' Riminesi che vi guidò Malatesta , fu loro a fronte non lungi da Montebrollo, e li rinserrò a maniera da tutte parti , che tormentati da fame scesero a cibarsi di ghiande. Ed erano ad assai tristo partito, se i Bolognesi fornendo all'uopo e soldati e conciliatori, non li sottraevano al rischio senza salvarli dall'onta. E pareva ornai, che umiliati dalla sciagura dovessero tenersi in pace, quando svegliaronsi nella lor terra aspri piucchè prima
1 dissidi degli Ordelaffi e de'Calboli. Quindi il Comune , credendosi autorizzato a gravarli con un più. Tigido freno, prescrisse che d'indi innanzi le Preture del lor Distretto s'esercitasser da'nostri, e le riparti nel Consiglio cogli altri uffici. Essi però i Forlivesi lontani dal sottoporsi alla legge levaronsi a ribellione per opera degli Ordelaffi, e cacciati i Guelfi, che ostavano in favor nostro, chiamarono a Podestà Tarlato d'Arezzo, negligentando i diritti di Rinaldino Savioli preordinato all'ufficio. Che più ? Ammoniti per oratori, minacciati in oltre d'una severa vendetta, risposero coli'apparecchiarsi a resistere.
Enzo re, sostenute pel lasso d'anni ventiquattro le angOBcie della prigione, chiuse al Marzo la sua carriera infelice (14 Marzo). Aprì il Comune l'erario per onorarlo, e gli eresse il tumulo a ricordanza