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Annali della cittŕ di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559 |
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BOLOGNESI
4*7.
o nebbia che si dissolva per vanto. Però sappiate che Enzo Re è nostro prigione; e come cosa nostra lo teniamo e terremo. Se vorrete riscattarlo saravvi d' uopo la forza, alla quale colla forza risponderemo. Cingendo le spade, vi darem battaglia corno leoni, n
Dopo tanta risposta non indugiò Federigo a* mostrarsi armato' nella Toscana che gli ubbidiva pressoché intera, dappoiché Zingano de'Buondelmonti fu, prevalendo gli Ubèrti, costretto ad uscir di Firenze con quanti vi si attenevano a Chiesa. — Capraia, ove ricoveravano accolti da Rodolfo Conte , si rese all' armi d'Impero, e que' fuorusciti vennero astretti a cercarsi asilo sul Bolognese. Di là scese in Lombardia il deposto Federigo, e s'ap-
ÂŁ orecchiava a portar la guerra alle nostre porte.
a l'armi Pontificie guidate da Pier Capoccio Legato che sottraevagli CittĂ e Castella per lo Piceno e nel Regno, forzaronlo ad improvviso ritorno.
Pertanto, mentre le cose di Federigo volgevano al peggio, il Comune di Bologna riposò sugli Anziani per la custodia del Re prigioniero. E per loro cenno e del popolo si provvide che nessun cittadino , il quale non fosse individuo d'alcuna Società e maggiore di anni venticinque, potesse venir noverato fra'custodi del Re: che niuno de'prescelti a tale ufficio se ne potrebbè ricusare: che il Comune fornirebbe i custodi di stipendio : che di trimestre in trimestre avrebbe potuto mutarli da questa cura: che persona veruna né nobile nè popolana potesse recarsi al prigione sotto titolo di visita , senza che gli Anziani o il Consiglio vi consentissero : che stessero presenti al colloquio i custodi tutti, o la massima parte: che infine tre dei sovrastanti alle carceri rispondessero personalmente del prigioniero, e a loro arbitrio lo provvedessero di famigliari. Queste ed altre cautele, oltre al raddoppiarsi della custodia in tempo di romori o di guerra , s'incontrano di mano in mano adoprate, mercè le quali rendevasi impossibile e vana ogni

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