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ANNALI
quelle che si vedessero piegare in faccia al nemico.—E questo prova come l'arte della guerra sin da que'tempi progredisse al meglio fra noi.—La battaglia si mantenne vigorosa e dubbia fino a sera: con pari ardore dall' una e dall' altra parte si pugnava : qua e colà cadevano feriti e morti : qua e colà era un cozzare, un difendere, un rintuzzai.-, un retrocedere, un avanzare, un mandar di grida spaventevoli. Se rada si faceva una fila veniva tosto riempita ; se un' ala piegava volava 1' altra in rinforzo ;'se un capitano cadeva, l'intera squadra ingrossava a difesa di lui. Alcuna volta si fece tremendo il conflitto attorno del nostro Carroccio: ed ecco centinaia e centinaia di prodi correrne a subito schermo. Quest' arca dell' alleanza del Medio Evo d* Italia era il segnacolo cui tutti miravano i militi; era il vessillo principale onde la gloria o l'ignominia dipendevano. Non era più battaglia di partito che s'agitava, ma pugna, starei per dire, di religione. E quando per religione si pugna non v'ha più modo a speranza. Vittoria o morte; ecco il solo grido de' battaglieri d' una parte ; morte o vittoria ecco la risposta degl'imperterriti dell'avversa.—E cosiffatta fu la battaglia di Fossalta.
Ma in sull' entrar della notte i Ghibellini piegarono in modo che si ruppe l'ordine delle schiere: onde, inseguiti da'nemici, molti perirono sotto i loro colpi ; altri smarriti fra le tenebre in una campagna tagliata da profondi canali , trovaronsi separati dai loro compagni, e caddero morti od in
Pater de'nemici. Enzo, l'instancabile Enzo, nel-ardor del conflitto, rimasto a piedi perchè il destriero gli fu morto, venne avviluppato da'nostri, e costretto a rendersi prigione. — Disarmaronlo Lambertino di Guido de' Lambertini , Michele degli Orsi, e Lambertolo Buttrigari. Fra gli altri che rimasero presi noveravansi Marino d' Eboli Pretor di Reggio, Corrado Conte di Solimburgo, Buoso da Dovara che faoevasi potente in Cremona , An-tolino dall'Andito, Giacobino Gonfalonieà i, Gerardo