BOLOGNESI
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a meno che ad ispogliarlo della Romagna. Da Piacenza, ove si ridusse nel verno, venne in Bologna all'Aprile con parecchi Vescovi e nobili, e vi perorò dinanzi al Comune , perchè gli fornisse un esercito atto a trarre a fine l' impresa che ravvolgeva nell' animo ; e non s' astenne dal lusingarlo col prospetto d' un aumentato dominio. Fu .decretato che s'esaudisse, ed al tempo stesso, coipe imponeva il Pontefice, si promulgò uno Statuto chp i cittadini convinti d' intelligenza con Federigo dannava a proscrizione perpetua, e i. figli e nipoti escludeva dalle dignità e dagli uffizi per tatto, ove s'estendesse la lega (aa Aprile).
E in breve mostrossi in arme il Legato con tutta l'oste de'Bolognesi, rinforzata dalle milizie di lega e da' fuorusciti della Romagna (... Maggio). Eran seco il Vescovo Jacopo e Federico Arcivescovo di Ravenna, esule tuttora dalla sua sede. Dal momento eh' egli uscì dalla carcere, erasi trattenuto in Bologna. E lo corredò Ottaviano d'ampio mandato affinchè ricevesse in suo nome, a que' patti che reputasse opportuni, le Castella e le terre della Romagna che inchinerebbero a sommessione, e potesse assolverle dall'interdetto. Cederongli imman-tinenti Dozza, Casal Fiuminese, Fagnano e Lngo, e il Contado intero Imolese fino alle porte della Città . Una porzione d'esercito intraprese a batterla d'ogni maniera ; mentre Ottaviano distoltosi col rimanente s'affacciò a Ravenna, l'ottenne, ed im* prigionato Guglielmo figlio di Paolo de' Traversali, capo-parte allora d'Impero nella Città , vi redin* tegrò 1' Arcivescovo , e i Polentani con tutt' altri di parte Guelfa. L' unica fiducia degl' Imolesi era in Malatesta da Verucchio, che s'affrettava a soccorso colla milizia de' Riminesi. Se non* che una lettera del suo Comune, che sospettandolo di congiurar colla Chiesa , imponeva che fosse posto ad arresto, cadendogli per ventura'alle mani, fu cagione che retrocedesse improvviso, e tornato in Rimino cacciasse da quella terra i fautori di Federigo.