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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   della sua Marca. S'aggiunse colle schiere di Reggio Boso da Dovara Pretore, ed accorsero i Bergamaschi , i Pavesi e i Modenesi gli estrinesci di Ferrara, le taglie della Romagna e della Marca Guar-niera, e i Toscani e gli Umbri, e quant'altro aderiva a parte d' Impero per tutta Italia, a maniera che a sessantamila ascendevano i combattenti noverati in essi i Teutonici e i Saraceni. Con sì fatto apparato Federigo accampò alle mura di Parma fermo a non rimuover l'assedio che prima non la soggiogasse e punisse.
   Se non che i Parmigiani preparavano una resistenza ostinata. Mille cavalieri di Milano, e altrettanti per quanto appare de'Bolognesi e de'Ferraresi, distoltisi da Luzzara che stringevano da lungo tempo co'Veneti, vi s'eran chiusi col Legato stesso Gregorio e co'Piacentini fino a trecento. Munirono ulteriormente la terra seicento balestrieri di Genova , e accorse co' Mantovani Ricciardo San-Bonifa-zio. D' altra parte il Marchese d'Este era in arme per que'contorni con Alberigo da Romano; e traendo a seguito i Caminesi, le genti di Trivigi e di Mantova, e i fuorusciti di Reggio, infestava ora il Veronese ora il Cremonese, ed Enzo medesimo ed Ezzelino, che da Gazoldo s'incamminavano al campo, assaliti alle spalle, corsero il rischio d'una sconfitta (4 Luglio). E molte ed astute furono le prove di Federigo per ottener la Città sia per forza d'arme o colla sorpresa; e poiché tornaron fallite, vendicò la sfortuna con uno strazio de'prigionieri che esasperò i difensori anzi che ridurli ad avvilimento. Infatti, avendo Federigo in poter suo molti Parmigiani, e Modenesi, e Reggiani di parte Guelfa, ne faceva orrendo strazio. Ogni giorno al mattino compariva armato in sulle sponde del fiume , ed imponeva che tre o quattro od anche più fra'prigioni venissero in presenza sua, ed al cospetto degli assediati Parmigiani, decapitati. —Ma finalmente Ugo Bottieri «la Parma, Podestà de'Pavesi, ottenne da Federigo che cessasse lo strazio.
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