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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   4*7.
   dal Comune. 0 l'esigesse la popolazione aumentata , o anelasse il popolo a prevaler ne' consigli, maggiore fu il numero de'Consiglieri. La credenza restò fissata a seicento, compresi i maestri in legge, e venti fra nobili del Contado con otto insieme dei Frignanesi. Formarono il maggior consiglio duemila e quattrocento individui. Traevansi 'iConsiglieri in porzioni uguali da ciascun de' quartièri , e non vi entrava quel cittadino che non fosse alinovero dei cavalieri o pedoni della Città, nè quello straniero d'origine che non contasse anni dieci di domicilio. Successivamente fu decretato che i prigionieri di guerra spettassero in avvenire al Comune, riserbato a quelli che presentasserli un premio di lire cento per ciascun cavaliere, e di cento soldi per lo po-done (14 Agosto). Parecchie tèrre per lo Distretto , adducendo esenzioni antiche , renuivano da' pesi pubblici. Le ventilarono autorizzati Odofredo Denari , Rolando da Gesso e Seneanome Pipini maestri tutti e tre in leggi, e con loro Zaccaria Alerari , Tantidenari Radici e Bartolommeo da Ulgiano, che esclusa ogn'altra, riconobbero privilegiate Oliveto, Barattino, Altedo, Rócca di Vico, Ròcca Cometa e Casio (*4 Marzo). H commercio dorsali spettante in Cervia ad alcuni de'cittadini, fu ceduto al Comune che sborsò loro a compenso duemila e cinquecento lire di Bologna.
   Resse in Todi Lambertino di Guido de'LambeN tini. Furon Procuratori del Comune nostro Rambertino Tebaldi ed Ariento degli Avenanti.—Resse la montagna Amadore de'Gozzadini ; ed ottennero l'un dopo 1' altro la Pretura di Medicina Upicirio Rodaldi e Raniero de' Ghisilieri.