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ANNALI
e li discacciò dalla terra. Rientraronvi di là a non molto col favor di Paolo de'Traversari, che in seguito s'insignorì a tradimento della Città ; e messi in ceppi Accarisio, Guido di Raule e Glagesio Conte «li Castrocaro, li distenne in Rimino ed in Cesena, d'onde non uscirono che dati ostaggi. Nè compor-taronlo i Bolognesi obbligati dallo Statuto a impedirvi le due fazioni dal soverchiarsi. Accorsero in arme, e forzato l'invasore a dimettersi, restituiron Faenza all'ordine antico.
D'altra parte per lo Frignano rupper la fede al Comune alcuni Cattanei, e fra questi Tommaso di Gualandello e Ranieri di Bonaccorso da Montecuc-coio, che vendettero a'Modenesi il Castello di Ver-siglia. Li proscrissero i Bolognesi, e spedirono a raffrenarli una schiera di cavalieri con dugento pedoni. Questi al Settembre accampavano intomo a Ciano, che in breve giacque distrutto da' fondamenti , e gli abitatori furon tratti alle carceri del Coprane.
È vestigio contemporaneo d'alcun tumulto nella Città . La causa è tuttora ignota. Eccitollo Guido di Guido de' Lambertini Capo parte fra' Geremeì. Con que' molti che il Pretore dannò ad ammenda era Antonio d' Alberto Gallo Galluzzi. Giustifìca-vasi l'incolpato con sicure prove d'assenza. Quindi Roberto, che in vigore degli Statuti mancava di facoltà per assolvere, provvide che l'esazione si differisse per.anni dieci. Ma l'inesattezza e il rigore gli valsero la nimicizia de'Geremei, che accusaronlo di delinquenze in ufficio, e sostenne in seguito un sindacato difficile. Esso Roberto fu tutto pe' Lambertazzi ; e di ciò danno fede i quattro Procuratori eh' ebbe nel suo sindacato, cioè Milanzólo di Pier Milanci, Accarisio degli Accarisi, Pietro d'Andalò „ e Ramondo degli Abaisi, tutti del partito Ghibellino , e primi e fortissimi della fazione.
Sorgevano nelle nostre scuole nuovi maestri a compenso de'trapassati, e cioè Rolando da Gesso, Giovanni di Pier Michele, Senzanome di Giuttofredo,