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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNÉSI 385
   dall'eccidio ed allontanaronsi non inseguiti. Il campo restò coperto d'estinti, s'ebbe l'Oglio una parte de' fuggitivi , e fra' molti che si resero prigionieri fu Piero Tiepolo Podestà di Milano, figlio di Jacòpo Doge di Venezia, che mostrato a trionfo su d' un Elefante in Cremona fu inviato ai lidi Pugliesi a perirvi d'ignominioso supplizio. Il Carroccio che abbandonarono i Milanesi, svestito e avvolto nel fango, ricadde nel di vegnente coli'altre spoglie in potere di Federigo e fu inviato a' Romani, affinchè il collocassero in Campidoglio a solenne indizio della vittoria. Il Ricobaldo ed il Muratori parlano entrambi di quel dono di Federigo: e Frate Salim-bene aggiunge che i Romani, devoti allora al Pontefice , diedero alle fiamme si Carroccio còn vituperio del donatore. Federigo intanto vantava per lettere la sua vittoria, e fors' anche 1' esagerava. De'Bolognesi però ne furon morti pochissimi; e fu tra loro cotanto^ ardimento, che in mezzo alla comune confusione ed allo scompiglio della fuga, trassero seco loro de'prigioni alla patria: e l'anno appresso , a far palese pubblicamente la loro gratitudine pel nuovo Podestà, eh' era milanese, gli fecer dono di un tal cavaliere cremonese, detto Guglielmo degli Aimoni, affinchè gli valesse a sconto d' un fratello preso alla disfatta di Cortenova. E può quindi desumersi che se alcuno de' Bolognesi rimase prigione, ne fu ricambiata la perdita dal Comune quante volte il potè.
   Ma ritornando agli avanzi dell' esercito vinto, è cosa di fatto che s'aggiunse a colmo de'loro mali, che i Bergamaschi, violando la data fede, maltrattarono neMor Distretto al ritorno cotali avanzi del vinto esercito; mentre i Lodigiani, aprendo le loro porte , si prostrarono alla fortuna del vincitore.
   Ma i Bolognesi al tempo medesimo approfittandosi di que'tnmulti che avevano suscitati in Modena le due fazioni Aigona e Graisolfa, uscirono in campo, milizia e popolo col Podestà, ed affrettando a Castel Leone intrapresero a batterlo colle