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e i Comuni di Bologna e di Faenza s'astrinsero a custodirla. L'interposizione d'alcuni nobili procacciò una tregua non lunga fra i contendenti.
Ma di là dall'Alpi il giovane Enrico, sedotto da temerari consigli, nulla meno volgeva in animo che d'usurparsi l'Impero. La trama ordita sviluppossi in un Parlamento solenne convocato a Bopardia, nè mancarono Principi che aderissero al suo partito , e i Lombardi vennero a parte della congiura. Al Decembre comparvero per Enrico in Milano il suo Maniscalco Anselmo di lustingen e Wolcberio Arcidiacono di Witzburgo, che patteggiaronvi della corona che domandava (37 Decembre). Fu stabilito che il Marchese di Monferrato , i Comuni di Milano, Bologna, Brescia, Novara e Lodi, e tutt'altra terra di Lega giurasser fede ad Enrico^ e a sua difesa s' armassero e combattessero per entro a' limiti di Lombardia. Egli il Re manterrebbe illesi i diritti, e le costumanze alle terre e a'nobili della lega ; nè imporrebbe veruno aggravio al di là degli antichi, o vorrebbe ostaggi o cauzioni. I Cremonesi e i Pavesi, con qual altro la combattesse porrebbe al novero de' suoi nemici, e darebbe aiuto a reprimerli, nè farebbe pace con loro senza l'assenso de'Collegati. Il giuramento reciproco si rinnovasse coll'anno decimo, se nel frattempo non avesse ottenuta Enrico la corona d'Imperatore. Giurarono ambe le parti, e i Legati delle Città contraenti vennero a Lamagna , e presentaronvi i primi uffici di vassallaggio. Soli s'astennero i Faentini, e sfuggirono l'onta perpetua, che ricoperse l'altre Città .
In quest'anno Otton da Mandello Pretor di Padova , e gli Oratori de' Bolognesi e de' Fiorentini , stettero in Genova ad intercedervi per Pegolotto dei Gherardini Podestà in addietro di quella terra, che sottoposto ad ammenda nel Sindacato preferiva la prigionia allo sborso ; e fu vana la loro perorazione. Levaronsi le Società a tumulto in Bologna per l'uccisione di un popolano. Alberto di Lambertino Lambertazzi, uomo di perduto costume e in colpa del
Annal. Boi. T. I.