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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   immantinenti in Verona, e vi perorò innanzi al popolo con tanta forza, che Ezzelino stesso, fosse necessità o convinzione, fu astretto a cedere. Prevalse co'Padovani l'esempio, ed uniformossi il restante de'contendenti. In breve all'uortio che si riputava ispirato, accordaronsi illimitati arbitrii per la concordia.
   E in riva all'Adige una pianura assai vasta nel Distretto de'Veronési, nominata Vigomondone , e, Com'altri dicono, Paquara. Vi convennero al dì prescritto Bertoldo Patriarca d'Aquileia, i Vescovi Jacopo di Verona, Gualla di Brescia, Guidotto di Mantova, Enrico di Bologna, Guglielmo di Modena, Niccolò di Reggio, Tiso di Trivigi, Manfredo di Vicenza e Niccolò di Padova ; i Pretori Uberto Visconte di Bologna , Piero Alluserii di Trivigi, Ardizzone degli Avvocati di Padova, Enrico da Rivola di Vicenza, Jacopo da Terzago di Brescia e 'Giovanni Boccaccio di Ferrara, la ìqiglior parte coi lor Carrocci e vessilli ; Azzo d'Este , Ricciardo da san Bonifazio, Ezzelino col suo fratello Alberigo, Salinguerra da Ferrara , Gnezzello da Camino,»gli Oratori di Vinegia, Mantova, Feltre, Belluno e d' altre più terre , ed accorse in oltre da' luoghi circonvicini una moltitudine immensa di popolo disarmato, d'ogni età, sesso e condizione,Agosto).
   Colà, da un palco elevato, bandiva Frate Giovanni alle molte migliaia concorse, esser egli nunzio non di persecuzione ma di pace ; e in nome del Signore ad alta voce sciamava: «Figli di Dio, popoli redenti da Cristo, a che vi rodete l'un l'altro divisi in opposto partito/ Folli che siete! serbate a miglior fine il sangue e la vita, nè li gettate pazzamente per vergognosa discordia! Pensate che gli oltraggi mal cogli oltraggi si vendicano. Non v' ha che il perdono ohe possa dar pace all'offensore ed all'offeso; il perdono, che rammollisce i cuori più duri, e mette oalma dov' era tempesta , sicurezza dov' era pericolo, -r E che ? brandiremo le spade per iscannarci senza prò, e tanto indebolir nostre membra