Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Primo', Salvatore Muzzi

   

Pagina (390/597)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (390/597)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   36©
   ANNALI
   e per Mantova Uguzzone degli Avvocati e Gerardo de Bonacossa. Ed ecco presentarsi per Federigo Ermanno maestro de' Teutonici munito dell' opportuna plenipotenza. Chiedeva in nome dell'Imperatore, che i Lombardi si ricomprassero con un ammenda proporzionata all'offesa, e ad Enrico Re, quante volte a inchiesta del Patire scendesse nel Regno Italico, fornissero libere e sicure le vie. Esigevano viceversa i Rettori che il perdono fosse assoluto , e prestasse l'Imperatore cauzione idonea, sicché la lega rimanesse illesa nelle sue ragioni ed immunità. Dopo lungo contrasto entrambe le parti compromisero finalmente ne' due Legati , e giurarono osservanza esatta a quel lodo che promulgassero sotto pena delle censure e di marche ventimila d'argento. Era decretato che pronunziassero in Lodi, e i Rettori vi comparvero al Luglio; ma s'r.ttese invano dalla Toscana Geboardo Teutonico nominato a rappresentarvi l'Imperatore (ia Luglio). E già i Lombardi minacciavano di recedere dal compromesso , quando il Pontefice s' avocò il diritto di proferire, e parecchi mesi trascorsero infruttuosi.
   E frattanto ardeva da molti mesi in Bologna pericoloso dissidio fra il Comune ed Enrico Vescovo. Fornì argomento un colpevole, arrestato per Jo Comune nel Castello di san Giovanni in Persiceto ? nè perchè il Vescovo lo reclamasse volle dimetterlo Federigo da Lavellolongo allora Pretore ; e mentre il Comune citato innanzi ai Pontefice s'asteneva dal comparire, moltiplicarono gli attentati sulle ragioni del Vescovado. E a violenze più gravi discese Ranieri Zeno Veneto sottentrato al Lavellolongo nella Pretura, perchè alle terre del Vescovo use ad eleggersi il Podestà fece destinarlo pel' lo Comune; e leggi emanarono pregiudi ce voli all'ecclesiastiche immunità, e i contravventori soggiacquero a punizioni severe, e lo stesso Vescovo che avventurò le censure , fu costretto a cercar ricovero iti Reggio. Nè poiché tornarono a vuoto per la concordia gli uffici de' due Legati Jacopo e Ottone ,