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medesima non accordasse ricovero, se presentati al Pretore, non dessero cauzione idonea per la debita ammenda. Finalmente i contravventori soggiaces-eero oltre alle censure, allo sborso di marche diecimila d'argento, e ciascuno de'due Comuni serbasse il lodo fra' suoi Statuti.
Ma Federigo ricuperata la Puglia presso che intera col presidio di que' Teutonici che seco trasse da Palestina, invadeva rapidamente le vicine terre di Chiesa , nò cessava al tempo medesimo dal ricercar d'una pace, che l'irrigidito Gregorio appariva alieno dall'accordargli, E molta era tuttavolta l'ansietà del Pontefice. Gli piacque di consultar co'Lombardi. Sapeva, ch'ove solleciti d'una libertà minacciata si decidessero per animarlo alla guerra, non vorrebbero per onor loro venirgli meno di quei sussidi che potevan soli porlo in istato di proseguirla. Scrisse, e inviò Legati Goffredo Cardinal Prete di san Marco, e Gualla Vescovo eletto di Brescia (i3 Ottobre e iq Novembre). In Milano ad un parlamento convocato dinanzi ad essi al Decembre intervennero oltre ad Enrico Arcivescovo, i Pretori Bartolommco Carbonesi di Milano, Guglielmo Saporito di Piacenza , Ruggero de' fìonifazi di Brescia e Zenone dall'Andito di Vercelli, i Rettori e Oratori di Milano , Piacenza , Vercelli , Brescia , Alessandria , Torino , Mantova , Padova , Trivigi , Verona e Como (a Decembre). Tali Rettori , per quanto dice il Corio , reputato storico milanese , furono: per Milano Uberto da Uzeno, per Piacenza Gandolfo Giudico , per Vercelli Jacopo di Tarbo, per Brescia Errico da Lavellolongo ed Ugo da Vado, per Alessandria Rufino Assi ai a rio e Pier d'Alessandro , per Torino Otto Gebone e per Mantova Otto de' Montini. Rappresentavano per Bologna Pal-merio degl' Infangati e Lodovico Giudice , ambi Rettori. Fu decretato che s'assistesse al Pontefice, e i cavalieri conceduti perfino al numero di cinquecento s'incamminassero nel Gennaio.
Vennero in Faenza all' Aprile Alberghetto degli
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