BOLOGNESI
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posteri tramandate queste notizie che onorano la sua patria, dice che, lui fanciullo, stavano ancora sulla piazza maggiore di Parma, non curate e ornai disperse. E sonò intanto per tutt' Italia la molta voce della nostra sconfitta.
Ed ecco, mentre che il pubblico biasimo gravava sovra Aliprando e la Curia, siccome è d'uso ne'tristi eventi, e tutti stavano in sentenze opposte e disutili, presentarsi in Bologna Niccolò Vescovo di Reggio, che raccolto il vóto de'Modenesi y intendeva a disporvi gli animi per un accordo. Au-torizzavalo la volontà di Gregorio * e le circostanze invitavano a condiscendere (8 Settembre. i3 Ottobre. 18 Novembre, aa Decembre). Piacque ad entrambi i Comuni ch'egli arbitrasse. Il lodo fu pronunziato al Decembre; ed ascoltaronlo a sant' Egidio i Pretori e Savi delle <,ue terre , presenti i Podestà ed Oratori di Cremona e di Parma. Imponeva, che dal Gennaio venturo fino all' anno ottavo compiuto, fosse tregua fra contendenti, nè si riputasse disciolta per maleficio privato, o contrasto fra terra e terra dall'uno all'altro Distretto. Vegliassero intorno a questa gli arbitri deputati in concordia dai due Comuni, ed a piacimento componessero, o dif-finissero per ragione. Si dimettessero i prigionieri, s'abolissero i bandi emanati in tempo della discordia , e i terreni occupati si rendessero a' possessori legittimi. Gerardo da san Marco , e figliuoli rimanessero esclusi dal beneficio perfino a nuova sentenza. Il transito, e l'usufrutto de'beni fosser liberi in ambidue i Vescovadi. I Modenesi restituissero al letto antico il Panaro. Fosse lecito d'ambe le parti ristorar le Castella guaste per guerra, ma non 1' erigerne pel tratto di due miglia intere di qua e di là da'confini, e non s'opponesse termine alcuno, o si rinnovasser gli antichi mentre durasse la tregua. Se l'una delle due Città fosse in parti, non osasse l'altra di frammischiarsi nella querela, nè fornisse aiuto a Comune alcuno che penetrasse a combatterla entro al Distretto, ed a'banditi della