bolognesi
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si ristrinse con Ezzelino d' Onara, detto eziandio da Romano, figlio del Monaco, affinchè nella Marca di Trivigi s'abbassasse la possanza del giovine Azzo e de'suoi seguaci. Divideva allora Ezzelino col fratello Alberigo l'intero stato della famiglia d'Onara, lasciato loro dal padre quando si ridusse a vita monastica; e perciò era potentissimo: Salinguerra poi conosceva tutte l'arti per procacciarsi dominio e mantenerlo. Non ricorreva alla forza quando basta-vagli l'astuzia; dissimulava i tort' vendicarli
prevalenza sopra un nemico incauto per gioventù ed alterigia. — Giaceva intanto negletto il Castello d'Imola in onta delle convenzioni giurate. I Faentini al Novembre vennero in Imola armati, e abbattute le case de'trasferiti, procacciarono che risorgesse il Castello.
E gli Statuti promulgati intorno allo studio reggevano tuttavia irrevocati per molta parte contro il voto d'Onorio. Altri infine e più rigidi, gravarono a principio d'anno sovra gli antichi, e i maestri che preponendo l'utilità privata alla pubblica, disdegnavano d'assoggettarsi alle prescrizioni de'loro alunni, consigliarono sinistramente il Comune, che i Rettori e lor Consiglieri, prescelti^ contro sua voglia, costrinse ad irsene in bando. È certo, che gli aggravati implorarono una volta ancora la protezione d'Onorio, che il Pontefice scrisse al Podestà ed al Comune esortandoli ad astenersi, e che le censure onde proseguì a minacciarli rimasero non promulgate o neglette (5 Ottobre). Emanò più tardi una legge che provvedeva alle figlie, affinchè succedessero per la lor dote nell'eredità de'padri intestati; e s'intraprese contemporanea la derivazione d'un nuovo ramo di Savena per benefizio della Città .
Giovanni di Brienna Re, che tornava di qua dai monti, s'arrestò in Bologna più giorni con Beren-garia Regina. Festeggiaronlo i cittadini armeggiando , ed alcuni nobili ricevettero dalle sue mani 1' onore della milizia. Grazia Arcidiacono fu dalla
con più efficacia; aveva insomma
mezzi di
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