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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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BOLOGNESI
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Bolognesi, Piacentini e Bresciani : distrusse Castel Manfredo, espugnò Soncino, rovinò i muri di Cremona , e parecchi de' cittadini trasse prigionieri in Milano. A fatica il piegarono le umiliazioni e l'intercessione di Sicardo lor Vescovo. Finalmente, stabilito in Lodi opportuno accordo fra il Comune di Faenza, e le terre e i Nobili, che combatteronlo a seguito di Bertoldo, ripassò in Alemagna per la Borgogna.
Ma Enrico Re, presso al quale rimaneva di qua dall'Alpi l'intero arbitrio, spiegava tanta intolleranza ed alterigia, quanta ispiravangli la fortuna e la gioventù. Era asceso intanto, per morte del terzo Lucio, Uberto Arcivescovo di Milano, che fu detto Urbano terzo, il quale, eletto di concordia, ritenne tuttavia l'Arcivescovato di Milano , e come volevano le circostanze* fissò anch'egli in Verona la sua dimora. Nè questo Pontefice sentiva meno il diritto di sue ragioni sul Patrimonio Matildico, o dissimulava sugli attentati di Federigo e del figlio, che aumentavano di giorno in giorno, finché i dissidi degenerarono in nimicizia con pregiudizio di Chiesa. Discese il Re con possente esercito nella campagna, e non retrocesse seuza aver guasti più luoghi, e vituperato il Pontefice ne' suoi ministri (6 Ottobre). Era in Bologna all'Ottobre, ove accompagnavanlo gli Arcivescovi Filippo di Colonia e Gerardo di Ravenna, con altri Vescovi e grandi. Nè tardò (16 Ottobre) a ridursi in Ravenna , declinando tra via a Medicina, dove investì del Notariato un Bellincione da Fiorenza, che gli giurò fedeltà . Ivi, innanzi ad esso i Conti Malvicino da Bagnacavallo, Ranieri da Cunio , Giuliano di Donigaglia e Guido di Guerriero da Castel dell'Arbore, con Guido d'Albertino da san Cassiano ed altri fra'Valvassori di quel Contado , giurarono sommessione al Comune d'Imola, e si dichiararono cittadini di quella terra. Poco dopo Gerardo Arcivescovo di Ravenna, pronunziando per 1' Imperatore nella pretensione d' Enrico Vescovo d'Imola sul Contado intero Imolese , dedotta da

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