BOLOGNESI
il Comune d'Imola ai ricomprò dal combattere contribuendo lire dugento per lo dispendio di quella guerra.
Alla falda d* un monte non lontano da Faenza, attendarono gli aggressori. Ivi il Vescovo ed i Consoli che s'affacciarono apparecchiati a riparazione, udirono ad intimarsi dal Conte , che dati a scelta gli ostaggi, si distogliessero immantinenti dalla Lega Lombarda. Alla renuenza de'supplicanti susseguirono le ostilità . S' avanzò tripartita fino a' sobborghi tutta 1' oste d* Impero , predando e manomettendo ; e vedevansi da più. d' un luogo sorger le fiamme degli edifizi incendiati, quando il Comune affidata al popolo la custodia della Città spinse i cavalieri a combattere fuori del vallo. Aspro oltre-raodo fu l'urto, come animavanli l'indignazione, e il pericolo, e i Teutonici, che a preferenza volser la fronte coi Forlivesi e coi Cesenati , giacquero i primi o si dissiparono, nè d' altra parte sostenner meglio l'onore della giornata le schiere di Ravenna e di Cervia, con quante ivi od altrove arrischia-ronsi nella battaglia. A fatica potè Bertoldo, spargendo preghi e minaccie , ridurre i fuggitivi agli alloggiamenti, e camparli da una compiuta disfatta. Fra molti che rimasero sul campo fu pianto un suo Maniscalco detto Ottolino con parecchi fra' principali specialmente della Romagna. I Bolognesi fino a dugento accrebbero il numero de'prigionieri, ed attesero il lor riscatto nelle carceri di Faenza, nel tempo che quella plebe, resa intollerante dalla fortuna , atterrò le case di Giuliano e di Lamberto. O un secondo conflitto cangiasse aspetto alle cose, o s' interponessero amici d' ambe le parti , sorse in breve tempo la pace; è i Legati de'Faentini presentandosi a Federico come rientrò in Lombardia, ri-portaronvi l'assoluzione dal bando veggenti i Rettori e Nunzi delle Città collegate. Tale assoluzione pare che l'ottenessero in Milano al Decembre, poco prima che quivi l'Imperatore celebrasse il Natale.
Al tempo stesso la morte d'Adelardo di Marchesella