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ANNALI
passate, nè proferir sentenza, o gravarlo per investitura non chiesta, o servigio non esibito. E in Pavia e in Cremona, ed in ogni luogo a parte d'Impero, sarebber salvi i Lombardi, ed immuni da danni e ingiurie in averi e persona. Due treguani intanto prescelti in ciascuna terra del lor Comune, s'obbligassero oon giuramento a vegliarvi per l'osservanza de' patti, o per lo castigo degl' infrattori, ferma restando in qualunque evento la tregua (i Agosto). Soscrissero per Federigo , e giurarono di mano in mano gli Arcivescovi di Magonza , Colonia, Tre-veri, e Maddeburgo, Diutpoldo Vescovo di Passavia, il Legato Garsendonio, l'Eletto di Wormazia, Gottifredo d' Helffenstein Cancelliere, Weremondo Protonotario, il Marchese di Lusazia , col fratello Diedo, il Conte d' Olanda e molti altri Principi convocati. De'Lombardi: per Milano Gerardo Pisto e Ruggeri Marcellino, per Piacenza Guglielmo Le-tatorio, per Brescia Alberto da Gambara, per Verona Coccio Consolo, per Parma Maladobato detto Vetulo, per Bologna Pinamonte Podestà , per Reggio Antemanno , per Novara Guglielmo Guercio , per Alessandria Uberto dal Fodro, per Padova Tan-salgardo Podestà e per Vicenza Ezzelino Giudice. Mosse da Vinegia al momento stesso Ughizone Cardinal Diacono di sant'Angelo e venne in Gavi, ove trattenevasi Beatrice col tìglio Enrico, il quale non contava che dodici anni di vita , e sette dalla sua coronazione. Eran seco alcuni de' Rettori Lombardi, e Corrado di Monferrato. Promise il Re innanzi ad essi, che manterrebbe illese alla Chiesa, e a' Confederati le condizioni stabilite col padre ; e ratifìca-ronle in seguito per giuramento le credenze d'ogni Città interessata.
Susseguì il Sinodo Veneto, che, applaudendo alla pubblicata concordia, proferì anatema contro qualunque si fosse ardito a turbarla. In breve l'Imperatore , conchiuso a preferenza co' Veneti privato accordo, scese nell'Umbria per la Romagna (17Agosto), mentre Alessandro si ritrasse una volta ancora