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Annali della cittŕ di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559 |
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ANNALI
dalla Città . Ivi osò d'ascender l'altare in vesti Pontificali e sacrificarvi, mentre assisteva cantando, siccome narrano, un drappello d' apostati Cisterciensi d'ammendue i sessi, addestrato all'espugnazioni ed alle stragi, e ch'egli aveva allettati e raccolti mentre distruggeva que'Monasteri loro, che aderivano a Papa Alessandro. Nè potè meglio il Comune, che ricomprarsi a quel prezzo che gì'impose l'angustia. S' allontanò il Cancelliere, ed uscì dal Distretto per la montagna, recando 6eco oro, ostaggi e preda infinita.
Il Legato Ildebrando, era intanto al Marzo in Bugliolo sul Bolognese. Colà , presente Giovanni Vescovo, pronunziò sui litigi non ben sopiti fra i Monasteri della Pomposa e di Porto. Al Maggio, i Canonici della Chiesa di Parma, concedettero per enfiteusi a Gerardo Prior di santa Maria di Reno, le terre che possedevano in Sala colla metà del Castello.—E poiché siamo in sul discorso di Sala, non sarà forse spiacevole il dar la serie dei possessori di quel Castello, incominciando dal nono secolo. Risulta che nell'anno 85i Wiliario prete della Chiesa Bolognese vendè le terre che appartenevangli nel Distretto di Sala ad un Auteramno Conte, di Legge Salica, e passarono successivamente in Rodolfo Conte, ed in Geroino e nel lor fratello Wicbodo, Vescovo a quei tempi di Parma : che poi nell' anno 892 Wicbodo ne fece dono ad Azza o Wulgunda, Badessa d'un Monastero finora ignoto, e vedova di Petrone Duca e Marchese, ricordato in addietro parecchie volte. Finalmente da Wulgunda pervennero colla metà del Castello ne' Canonici della Chiesa di Parma , e da questi nella Canonica di santa Maria di Reno. Era posseduta l'altra metà fin nel 1062 da Tigrimo figlio di Alberigo da Sala, e da'suoi figli, Alberto detto Azelo, e Rainaldo , i quali trapassaronla ai discendenti.—Da quei Cattanei vogliono alcuni che traessero origine i Patrizi Ghisilieri , cotanto noti nella Storia Bolognese. Altri pretendono che derivino da ceppo assai più antico, cioè da un Ghislero Greco , del quinto secolo , anzi del tempo preciso del Santo nostro Protettore Petronio.

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