BOLOGNE Si
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Si ricomprò il Comune dal bando, sborsate al fisco lire sei mila di denari Lucchesi, e fornì in ostaggio un prescrìtto numero di cittadini (forse trenta, forse più), che fu poi guardato in Pavia. L'Imperatore discese in seguito per la Romagna, e vi s'arrestò fino al Giugno, infesto del pari alle terre amiche, ed alle malevole. Comparve poco dopo a'muri d'Ancona, che aderiva a'Greci, e s'apparecchiò ad espugnarla , mentre 1' Eletto Rainaldo , convocati d'ogni parte gli aiuti della Marca Toscana, affrettò verso Roma con Federigo di Svevia.
Se non che i Ministri d ' Impero nella Lombardia, imperversandovi senza risparmio , avevano accelc-rata la ribellione per que' mezzi medesimi che riputavano i più efficaci a spegnerne il seme. All'Aprile , fosse apertamente o in segreto, i Comuni di Milano, Brescia, Cremona, Bergamo, Ferrara e Mantova, convennero per loro messi sul Bergamasco ne'Chiostri di san Giovanni in Pontida, e salve all'Imperatore le apparenze di fedeltà , stabilirono di resistere agli oppressori (7 Aprile). Il Conte Enrico di Disce o di Diessem, che reggeva per Federigo nella Lombardia, non così presto seppe del Congresso a Pontida, ricercò i Milanesi per nuovi ostaggi fino al numero di trecento ; ma fu pronto in pochi giorni lo sforzo de' congiurati, che protetto da'Veronesi e dall'altre terre di quella Marca, ricondusse gli esuli Milanesi nella Città abbandonata; nè si distolse prima che il Vallo fosse istrutto a difesa (27 Aprile). I Lodigiani assaliti nel lor Distretto fino alle mura, si ricomprarono dalla rovina imminente, aumentando il numero delle Città collegate (aa Maggio).
Prevalevano viceversa nella campagna l'arme d'Impero. I Romani, mentre accampavano intorno a Tu-scolo, furon disfatti dal Cancelliere Cristiano, che sopravvenne con possente apparalo di Cavalieri. Nè indugiò Federigo a vender la pace agli Anconitani, e a raggiungerlo col pieno esercito , che in breve aocampò alle porte di Roma (14 Luglio). Fu grave