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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI-
   furono le più spietate nemiche della Metropoli lombarda. Poco dopo, mentre che i Principi convocati in Pavia applaudivano alla conquista di Federigo, comparvero gli Oratori di Piaòenza e di Brescia, che implorando mercede, l'ottennero a duri patti. Intanto Alessandro, uscendo opportunamente d'Italia, si ritrasse nella Provenza. Rimase addietro col peso d'una Legazione pericolosa Ildebrando Crasso, Cardinal Prete de' dodici Apostoli, altra volta Diacono di sant'Eustachio.
   Soli oggimai resistevano i Bolognesi. Mosse da Pavia con possente esercito l'Imperatore all' approssimar dell' estate, e trascorsa la Lombardia perfino al Panaro, con ispedizione affrettata, s'inoltrò sul nostro Distretto (26Giugno). L'accompagnavano principali Ulrico Patriarca d'Aquileia, Corrado Eletto di Magonza, i Vescovi Ermanno di Werden, Enrico di Liegi, Ermanno d'Hidelsheim, ed Utoue di Zeitz, i Duchi Federigo di Svevia , Enrico d'Austria, e Udalrico di Carintia , Corrado Palatino , Ermanno Marchese di Baden, ed Ottone Conte di Witelspack. L'apparecchio, occupando ambedue le rive del Re-no, minacciava da plesso l'intimorita Città. Nè il Comune differì più oltre a cercar riparo dall'imminente rovina con ogni modo di sommessione. È detto che i Maestri primari venendo supplici al Campo vi perorassero per la patria opportunamente, e ammollissero l'indignazione di Federigo. Perdonò in fatti, ma comandò che si demolissero le mura, e il vallo, ciocché fu fatto: multò i cittadini, gli astrinse ad ammettere in Podestà Bezone t> Berzone, o Bozzo, come più comunemente vien conosciuto, Teutonico, Giudice del sacro Palazzo ; e rimosso dalla sua sede l'ortodosso Gerardo , vi collocò un Samuele , che fu già de' Canonici Bolognesi nella classe de' Diaconi. Accampava tuttora sul Bolognese, quando ricevè in protezione i Canonici di san Vittore, assolvendoli per l'Impero da qualsivoglia contribuzione privata o pubblica, e beneficolli in oltre col dono d'alcune terre, che gli venderono i figli d'Accarisio