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BOLOGNESI
parte gli uomini d' Oliveto (Castello che esisteva dov' oggi è la Chiesa dello stesso nome sulla collina fra il Lavino e la Samoggia a poca distanza da Predalbino) vennero in Bologna all'Agosto, e sottoponendosi al popolo col lor Distretto, parteciparono d'indi innanzi ai diritti cittadineschi (ai Agosto).
Ma finalmente i consigli del Podestà Gerardo Ran-gone (uno de' primi Podestà che reggessero la patria, e ch'era signore del Castello di Ciagnano sul Frignanese), persuasero i Modenesi alla pace, e giovarono a stabilirla gli uffici d'Ildebrando Cardinal Diacono di sant' Eustachio. Fu pattuito fra i due Comuni, che separasse ambedue i Distretti il confine antico fra un Vescovado e 1' altro dall'Alpe al Po. I Bolognesi potessero in ogni tempo costringer gli uomini di Nonantola per la debita dipendenza , non però forzarli ad armarsi contro il Co-mane di Modena. Ciascuna parte mantenesse le vie sicure nel suo Distretto , e fosse reciproco 1' aiuto per lo castigo de' turbatori. Le offese, o contravvenzioni s'emendassero nello spazio di quaranta dì dall'inchiesta del Pretore, o Consoli dell'aggravato, e l'accordo si rinnovasse nell'anno quinto fino ad anni venti compiuti. Poco dopo il Pontefice reintegrò i Modenesi ai diritti antichi di Vescovado, ed Enrico, uno fra'Canonici della lor Chiesa, fu con^ secrato in Ravenna.
ANNO DI CIUSTO 4187.
Sottentrarono nel Consolato Accarisio di Lamberto da Corte, Isnardo di Riccardo d'Atto, ed Orso d'Angelo de' Garisendi. Di quest' anno conosciamo non solo i Consoli ma i Giudici ed i Treguani. Furc^u Giudici, Varino , Rolando di Rodolfo Causidico, e Ildebrando figliuolo di Maestro Gualfredo che fu Giudice di Lotario. Furon Treguani Tolomeo dei Guarini, Pier d' Alberto ed Ugo di Bono.