BOLOGNESI
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di metter freno all' audacia de' Milanesi , che ammoniti a desistere dall'opprimere i Lodigiani, avevano disdegnato il precetto regio, e messo in pericolo della vita il Legato Sicherio. Per questo fatto, Alhernardo Alamanno e Maestro Ottobuono , am-bidue Lodigiani, comparvero in Costanza davanti al Re colla croce sugli omeri ad accusar di nerezza i Milanesi. Al lor ritorno il Comune disapprovò la loro condotta: ciò che dimostra quanto i Milanesi fossero temuti, e come poco temessero, se l'inviato del Re corse il pericolo che abbiamo accennato. Questo fatto determinò Federigo a venire in Italia. Comparve in fatti all'Ottobre per Val di Trento, traendo seco un esercito folto Hi Grandi; e splendevano fra' principali Pellegrino Patriarca d'Aqui-leia, gli Arcivescovi Arnoldo di Colonia, ed Illino di Tre veri , Corrado fratello del Re , Enrico il Leone, i Duchi Bertolfo di Borgogna, ed Enrico di Carin-tia, Odoacre Marchese di Stiria, ed Ottone di Witel-sback Conte Palatino del Reno. Queste genti erano in gran numero : e il solo Enrico il Leone aveva A sì forte drappello di cavalieri, che di poco il vinceva quello dello stesso monarca. In Roncaglia, ove questi s' arrestò a parlamento, concorsero da tutto il Regno d'Italia per l'omaggio usitato i Vescovi, i Nobili grandi e minori, e i Rettori o Consoli delle Città , nè mancarono i Bolognesi. Colà i lamenti moltiplici dell'altre terre sottomesse a forza, e gravate, inasprirono l'indignazione del Re contra i Milanesi. Infatti, perchè Cremona e Pavia tenevano per Lodi, i Milanesi discacciarono dalla loro città e dal Distretto que' Cremonesi e Pavesi che v' incontrarono ; e mosser guerra ai secondi , e a Lardiraga fu combattuta una sanguinosa e incerta battaglia. Como ed altri luoghi dividevan con Lodi la dipendenza e le angustie: ma se riportavano alcun vautaggio sugli avversari, non la cedevan loro in vendetta e prepotenza.
Contro de'Milanesi accrescevan peso le accuse di Guglielmo Marchese di Monferrato figlio di Ranieri Annal. Bol.T.I. 17