BOLOGNESI
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e uri possesso torbido nella Sassonia. Quanto a Guelfo che lo difese a tutto potere, nemico instancabile della famiglia di Svevia , la combattè e su-scitolle avversarii perfin che visse: e dal nome suo (come rinnovaronsi le dissensioni fra il sacerdozio e lo scettro) il partito della Chiesa fu detto Guelfo , mentre i fautori dell' Impero (da Waibelinga terra degli avi di Corrado Re) ritiensi che derivassero il nome di Ghibellini.
Combattevasi in questo mentre per Lombardia. I Cremonesi erano di bel nuovo alle mani coi Milanesi , e ne toccavan la peggio ; e il popolo Modenese ruppe i patti al Comune di Bologna. D'altra parte confederavansi i Ravennati coi Forlivesi; i Bolognesi ed i Faentini coi Ceseoati, e si propagarono dalla Romagna al Piceno le nimicizie e le leghe. Diffatto i Fanesi sostenevano una guerra non aspettata dai Comuni di Fossombrone , Senigallia , e Pesaro ; ed i Ravennati, a malgrado de' vicini lor rischi, s'erano aggiunti ai secondi. Finalmente i Fanesi, disperati di salvezza , si sottomisero all' aiuto de' Veneti, che corsero sulle loro navi a frenar gli aggressori.
In Ugo Conte figlio d'Uberto Conte, abbiamo in quest' anno 1' ultima traccia de' Conti di Bologna (io Luglio).
Uscirono i Bolognesi alla Primavera , milizia e popolo, rinforzati da tutta 1' oste de' Faentini, ed entrando nel Modenese manomisero , ed arsero parecchie terre di quel Contado , e principalmente le men lontane al distretto Nonantolano , affinchè respirasse dalla molestia continua. Al tempo medesimo Arardo di Gandolfo, e consorti de' Filgirardi, spogliati, per quanto appare, e proscritti dai due Comuni di Bologna e di Faenza, ricorsero agl'Imolesi,
ANNO DI CRISTO 1140,
Annal. Boi. T.I.