BOLOÓNESI
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aderirongli per la miglior parte, o cederono le Città , e i Baroni della Lombardia e delle Marche di Tri-vigi, e Toscana ; successivamente parecchie terre dell' Esarcato non esclusa Bologna. Accingevasi a passar oltre, ma lo persuaser del rischio le censure d' Onorio.
Frattanto dalla nimicizia invecchiata ne'due Comuni di Ravenna e Faenza , derivavano secondari dissidi, ed appaiono contemporanei vestigi di guerra aperta fra' Bolognesi , e il primo de' due. D' altra parte il Comune di Pistoia , cacciati in bando i congiunti de'Sambucani , che macchinarono, inviò a custodia di quel Castello la milizia di Serravalle, e di Lamporecchio.
ANNO DI CRISTO 1139.
Scemavansi i fautori di Corrado Re , ed alcune Città possenti s'armarono a danno de'Milanesi, che proteggevanlo: e furon del novero Novara, Pavia, Piacenza, Cremona e Brescia. Parma teneva per Corrado insiem con Milano. Onorio medesimo non desisteva dall' adoprarsi validamente , affinchè abbandonasse l'Italia. Era in Roma al Marzo il Pontefice, sedati i tumulti di Puglia. Colà a Lamberto Arciprete, e a'Canonici della Chiesa Bolognese, che supplicavano , racconfermò le antiche ragioni, ed immunità , e li ricevè in protezione della sede Apostolica (i5 Marzo).
Fu contemporanea la morte di Vittore Vescovo di Bologna, e gli surrogarono Enrico. Ma la guerra accesa tuttora fra'Bolognesi e i Ravennati divieta-valo dall'accesso alla sua Metropoli. Venne a lui Gualtieri Arcivescovo nel Castello di san Giovanni in Persiceta , e l'accompagnavano Dodone Vescovo di Modena , Benno d' Imola, Pietro di Cervia e Iacopo di Faenza. Ed ecco in quel momento medesimo che s' accingeva per consecrarlo, eccitarsi