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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Primo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 559

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   Giovanni Vescovo di Bologna successor d'Orso, che coi Vescovi Eicardo di Vicenza , Egilulfo di Mantova e Viatore di Ferrara stabilisse nuovo giudizio, e forzasse a sommessione Adelgiso.
   Nè il Calvo imperò lungamente. Carlomanno figlio di Ludovico Re d'Alemagna lo cacciò d'Italia nell' anno terzo , e regnò. ( A. 877 ). Sottentrogli in breve il fratello Carlo che nominarono il Crasso , e in Roma riportò la corona da quel Giovanni medesimo, che diella al Calvo. ( A. 879 ). Reggeva a que' dì la Chiesa Ravennate con poca lode Romano Arcivescovo. (A. 881 ). Gli era dimestico un Diacono della Chiesa Bolognese detto Mai orano altrimenti Maimberto ; e, ribelle al suo Vescovo, che richiamavalo , opprimeva in Ravenna il Clero, ed il Popolo. E s' aggiunse che la moglie d'Adeodato Duca intentando un giudizio sulla morte del padre lo indicava fra' complici. Non tardò il Pontefice ad ammonirne Romano, ed esortandolo a presentarsi in Roma ad un Sinodo, comandò, che fosse colà Maiorano medesimo, e vi rispondesse all' accusa. Ma i Saraceni , che occupata la Sicilia infestavano la Campania fino alle mura di Roma, divietarono la convocazione, e come ebbe efletto, non comparve Romano. Quindi il Pontefice scomu-nicollo, chiamò a parte della querela l'Imperado-re : e al Clero di Ravenna, e a Martino, Giovanni , Demetrio, e Romano Duchi, impose che Maimberto si dividesse a forza dall'Arcivescovo, e messo in ceppi si consegnasse a' Ministri della Sede Apostolica. ( A. 88a ). E ciò sembra avvenisse perchè Maimberto era seminator di zizzanie, e relut-tante ai precetti del Pontefice, e di Giovanni suo vescovo, ed usurpatore di beni , e mastro de' perniciosi consigli che sedussero Romano.
   Sceso la seconda volta in Italia, tenne Carlo parlamento in Nonantola con Marino Pontefice 1' anno terzo dacché fu Imperatore ; e i Magnati Italiani che vi comparvero, riportarono la ratifica dei privilegi. (A. 883). Poco dopo il terzo Adriano sucoessor