Lettere della Guerra dall'epistolario di famiglia

Dal 25 luglio 1943 alla liberazione, lettere di civili e militari

a cura di Federico Adamoli



07/08/1943, Giovanni Adamoli, Posta Militare

      Ai Dist.mi Coniugi
      Umberto e Clarice Adamoli
      Viale Francesco Crispi
      Teramo (Abruzzi)
      
      P.M. 39 – 7 agosto 943
      
      Carissimi zii,
      sono tornato nella nota destinazione quasi con la velocità del lampo. A Fiume non sono stato che lo spazio di una notte, sia pure di una notte a scartamento ridotto, in quanto la notte del giorno quattro ho dormito solo tre ore, dalle due alle cinque.
      In due giorni di navigazione ho raggiunto la meta; il giorno 6 quindi, alle ore 20, mi trovavo di nuovo di fronte a Teramo.
      Ho viaggiato e navigato bene.
      Nelle poche ore, circa quattro, che sostai a Trieste ebbi modo di visitare un po' la città. E' realmente carina, piena di grazia, è di una eleganza tale nelle costruzioni, eleganza mista ad austerità, che Trieste non può essere che italiana. E' vera espressione di quella italianità romana di cui sono pregni la mia anima, il mio intelletto ed il mio cuore.
      Chiudo la mia lettera rivolgendo una preghiera al Signore perché voglia proteggere i giusti, i buoni, gli onesti, i veri patrioti, quelli che sono degni di essere italiani, fra i quali Voi e la mia famiglia. Vi saluto e vi abbraccio carissimamente unitamente ad Irma
      aff.mo
      Giovannino (*)

      (*) Nel periodo di guerra Giovanni Adamoli (1914-1983) prestò servizio presso la Direzione Commissariato Militare del 6° Corpo d'Armata, prima come Sottotenente, quindi come Tenente Commissario di complemento. Nel 1943 fu impiegato invece in Balcania nella stessa Direzione. Dopo l'armistizio, trovandosi a Ragusa (Dubrovnik) venne internato per 11 mesi in campi di concentramento polacchi e tedeschi (Zenica, Bad Orb, Tarnopol, Biala Podlaska, Norimberga, Paderbon) fino a quando aderì alla R.S.I. e rientrò in Italia nell'agosto 1944, per tornare infine a Teramo nel successivo mese di maggio del 1945. In una memoria raccontò i patimenti vissuti negli undici mesi dell'internamento (vedi in Appendice). Vedi anche Giovanni Adamoli, l'esperienza di guerra