Le lettere raccontano... (epistolario di famiglia)

Fernanda "madrina di guerra" (1941)


        Bordo, 25.XII.41

        Carissima Fernanda, approfitto di qualche ora libera che oggi mi è possibile trovare per... farti una visitina e - trattenendomi un po' con te - dimenticare tutta la solitudine che mi circonda in un giorno in cui più triste mi fa sentire la lontananza di ogni persona cara.
        Ma sebbene il mio animo sarebbe portato a dettare oggi solo nostalgiche e melanconiche parole, voglio tentare di falsarne la voce, cercando una volta tanto di non essere pensieroso nella mia conversazione con te... e ciò soprattutto per venire incontro al tuo desiderio. Perciò ti farò un po' di cronaca della festicciola con cui noi giovanissimi di bordo abbiamo cercato iersera l'allegria. Tutto naturalmente si è svolto in quel tradizionale quadratino di secondo corridoio di cui già Milanesi e La bolina hanno illustrate le molteplici e caotiche singolarità e che si riassume nella targhetta d'ottone "Quadratino guardiamarine"... Devi sapere che quando però si organizza qualcosa nel nostro covo, il fermento raggiunge le più alte sfere della gerarchia di bordo e per il solo fatto che si tratta di noi: "di quelli del quadratino guardiamarine", ogni minuzia interessa molto tutti, perché si sa che esce fuori qualcosa di sempre più interessane di quanto può offrire il quadrato generale Ufficiali. Ieri dunque si è stabilito di dare un potente smacco al maestro di casa, battendolo su tutta la linea nei preparativi natalizi. Abbiamo superbamente addobbato il nostro locale con bandiere per segnali, bombe a mano, scheggie, e persino col tradizionale abete incandelato. Poi, mano ai borsellini (che sono forse i più forniti di bordo, in quanto i plurigallonati hanno quasi tutti moglie e marmocchi) e ne è uscito fuori un buffet di quelli... bottiglie di spumante (di quello... Kummel, Stock, Cherry, ciliege sotto spirito, cioccolatini, e gran quantità di dolci di pasta di mandorla... sigari e sigarette...
        Pensa che la nostra ordinanza ha accettato felice la nostra proposta: «Se vuoi partecipare... ti devi far fare tutto quello che vogliamo!» ...e così lo abbiamo rivestito di un camice bianco e gli abbiamo piazzato in testa un bel caschetto costituito da un paralume a tronco di cono con un bel pennello da barba appuntato davanti e sopra un razzetto che doveva sempre rimanere acceso, sostituendolo via via con altri. Poi con un bel sughero bruciato si è pensato di renderlo un negro perfetto, imponendogli di dire sempre «Si, badrone!... Comandi, badrone!» ...Ti assicuro, cara Fernanda, che vedendo girare così nero e impressionato, col razzo che gli sfavillava sulla testa, col caschetto e la camicia bianca, c'era da morir dal ridere. Lo abbiamo infine mandato nel quadrato generale: il razzo in testa gli dava coraggio, ma quale fu poi l'accidente che prese al pover'uomo quando, appena aperta la porta del quadrato gli si spegneva il razzo!... Si è trovato come un asino in mezzo ai suoni ed è scappato verso prora tra i suoi amici. Cari saluti. Piero

Fernanda "madrina di guerra"