Le lettere raccontano... (epistolario di famiglia)

Fernanda "madrina di guerra" (1941)


        Da bordo, 7.8.41

        Carissima Fernanda, la tua lettera mi ha lasciato un po' pensieroso e quando poco dopo sono montato di guardia ho ancora molto pensato a quanto mi avevi detto... Ho ricordato similissime impressioni prodottesi in me in licenze passate ed inconsapevolmente col mio pensiero ho cercato una spiegazione di quel singolare stato d'animo tanto in acerbo contrasto con le dolci punizioni e e gioiose speranze dei lunghissimi giorni in cui sul lavoro diuturno il pensiero ricorre alla licenza. Fa che verrà... che sta per venire: tra cento giorni... tra venti... tra dieci... forse la delusione piena di pianto e di stizza che la licenza a volte ci apporta invece della gioia sognata e meritata, nasce da un lungo, silenzioso lavorio del nostro pensiero che raffronta la nostra vita a quella tanto meno fruttuosa e - spessissimo - tanto più incoscientemente spensierata e felice di altri... in accademia il mondo esterno è assente ed il lavoro, la dedizione hanno un valore morale che vale il giusto premio nell'ambiente stesso... fuori una massa borghese a titolo spesso tanto più basso impone altri valori tanto più materiali: questi non possono compensarci perché ciò che chiediamo alla "licenza" noi che per mesi lottiamo ed amiamo la lotta, i troppo diversi... questa ricompensa [..] spesso incomprensione assoluta: è a volte un insulto che ci irrita, ci fa fremere e ci richiama al mondo più duro, ma tanto più "vero", da cui siamo partiti felici e pieni di fiducia per quest'altro... ...per la licenza!
        E' anche il pensiero del "mondo" che ti attende, del "mondo" che hai tanto atteso e che ora improvvisamente "è": non più nel sogno, ma nella realtà; più vera, della tua vita, che senza che tu te ne accorga ti fa fervidamente pensare a tante cose. E' un lavorìo intenso della tua mente: un lavorìo diverso da quello a cui la tua mente si è abituata sin'ora... E' il momento "critico" del varo... Alle redini che sin'ora ti hanno guidato, ora sostituisci - libera, responsabile - tutta la tua libertà... E' l'assunzione quasi impossibile di un peso che sin'ora non conoscevi in modo diretto: la responsabilità.
        Fernanda: è un "peso" duro, ma è anche un "grado". E' un grado che senza stemma e senza spalline, ti dice che sei "donna", e ti dice (e non solo a te) il tuo "valore di donna".


        Tu senza ben notarlo, senti tutto ciò in questo momento: è questa la fonte segreta di quell'indefinibile nervoso che ti ha fatto, nei giorni trascorsi con i Tuoi, sembrare nero tutto: tutto ciò che invece nella licenza vi è di veramente più bello e più vero: l'affetto dei cari che ci hanno tanto atteso, la visione presente, palpitante, colorata e calda delle stanze sognate ed occhi aperti tante sere. In un lettino dell'Accademia, prima del silenzio ed anche, tanto a lungo, dopo di esso.
        Quando ti perverrà questa mia (quando?) la tua nuova vita sarà iniziata - il varo sarà compiuto e l' "ingegnere" sarà tornato sereno e contento. Rivedrai tutto così com'è, e - credo - dirai che ciò che io ti dico è "naturale"... Si, Fernanda, ciò che io spingo il mio pensiero a ricercare, nelle sue considerazioni nell' "esterno a me" e nell' "interno a me" è appunto il "naturale" delle cose, perché esso è anche il "vero" ed è la base, che sola può essere eguale per molti; la base su cui chi è sincero parla e da chi è sincero può essere compreso.
        Pochi giorni fa ho sentito tutto ciò di cui tu ora appena mi fai cenno... Non mi dilungo perchè potrei dire tanto e non direi nulla: il pensiero corre troppo, e solo un altro pensiero può raggiungerlo e seguirlo... ma non servono che tanto, tanto poco le parole. ...Le parole che han mille sensi e sono eguali per tutti... forse solo uno sguardo può dire tutto e solo ciò che è nel nostro pensiero... ma ci vuole un pensiero: un pensiero che sia l'anima "sensibile" della nostra vita... Ma in quanti uomini la dote [..] di questo "pensiero" ha persa la luce del vero!
        Cari saluti. Piero

Fernanda "madrina di guerra"